giovedì 17 novembre 2022

I barconi Ferrari….

Ebbene sì perché non riparlarne , ora che tra politici, e afficionados delle rive immacolate, hanno ottenuto l’eliminazione dalle sponde Gambarognesi e andati a quanto pare allo smantellamento, vale la pena ricordarne un po' la storia.

Storia che qualcuno forse vorrà abbinare ad una edilizia costruttiva che girava a velocità sostenutissima a partire dagli anni 1960, ma che fu anche testimonianza di lungimiranza. Lungimiranza che oggi si rimpiange. Sì perché gli inerti a quei tempi venivano scavati alla foce dei nostri 2 fiumi e poi solo a Magadino. Inerti che poi , in seguito a leggi approvate non permisero più tale estrazione ( se guardiamo i fiumi oggi trabordano di materiale prezioso e alla foce del Ticino è sorta un’isola in piena regola). E allora l’iniziativa dei Ferrari fu quella di tentare il trasporto via lago ,pure costellato da una grave disgrazia, dapprima con 2 barconi ed in seguito con 4. Il materiale veniva caricato in Italia sulla sponda sinistra del lago .E i passanti  poi si fermavano ad osservare questo andirivieni  lenti e tronfi alla salita verso Magadino e veloci e leggeri in direzione della stazione di carico.

Mezzi che ritroviamo poi su tutti i laghi, che permettono dei carichi enormi con poco dispendio di energia e pochi pericoli. Questi 4 assieme avevano la potenzialità di 120 autocarri di quei tempi.

E ancor oggi sarebbero ben visti e ben voluti se pensiamo agli autocarri da 40 tonnellate che transitano sulla litoranea del nostro bel Gambarogno, al cui passaggio vibrano strada e marciapiede , lasciandosi una scia di fumi pestilenziali durevoli.

E non si vuole pensare alla pericolosità verso i pedoni e gli altri utenti della strada.

Ma tantè , inutile oggi rammaricarsi.

Forse un po' malandati , ma strano che gli enti pubblici che si occupano della pulizia del lago, non abbiano avuto interesse a mantenerli e attualizzarli. Le buzze si ripetono oramai a intervalli regolari, e i mezzi del consorzio pulizia, sono piuttosto piccoli per affrontare eventi straordinari.

Storia dei tempi passati, che hanno caratterizzato per anni la vita lacustre del lago Maggiore, imperterriti e noncuranti delle barriere artificiose dei confini.

Ora avremo invece una bella riva ad Alabardia , costellata unicamente da un marciapiede inesistente e da una ringhiera che trasmette il tetano soltanto a guardarla.

Forza Gambarögn!






 

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