Da una parte le madri, dall’altra i cuccioli: la crudeltà senza fine degli agnelli a Pasqua
Sono decine di migliaia gli agnelli uccisi ogni anno , una mattanza compiuta in nome di un'antica tradizione pasquale.
Ma grazie alle nostre scelte possiamo fermare questa usanza sanguinaria.Strappati brutalmente dalle loro madri quando non hanno ancora neanche un mese di vita: è così che inizia l’incubo degli agnelli che ogni anno vengono macellati in nome di un’antica tradizione pasquale, a cui troppi italiani non vogliono ancora rinunciare.
Sono circa due milioni gli agnelli uccisi ogni anno in Italia. Ben 300mila vanno al macello a ridosso di Pasqua per poi finire sulle tavole degli italiani. Se fino al 2016 si è assistito ad una riduzione del 50% delle macellazioni di questi poveri animali, negli ultimi anni purtroppo il numero di agnelli uccisi è rimasto stabile. I numeri relativi al 2020 parlando di circa 2.828.878. Una vera strage.
Il destino degli agnellini è segnato fin dall’inizio: nascono per essere macellati non appena raggiungono una decina di kg di peso. E nella loro breve vita non conoscono periodi di tregua. Come anticipato, vengono strappati dalle loro madri a qualche settimana dalla nascita e devono affrontare viaggi estenuanti che possono durare anche 20 ore. Infatti, oltre il 30% degli agnelli macellati in Italia proviene dall’estero.
Le torture inflitte agli agnelli
Come hanno documentato diverse associazioni animaliste tra cui Essere Animali, la vita degli agnelli destinati alla macellazione è un vero incubo. Prima di essere trasportati dall’allevamento al macello, gli agnelli vengono sottoposti alla pesatura e spesso restano appesi per le zampe anche per dieci minuti. E nonostante sia illegale, in quanto fonte di dolore e stress per gli animali, questa pratica è ancora abbastanza diffusa.
Inoltre, in tanti casi gli addetti alla macellazione non sono adeguatamente formati e le operazioni di stordimento degli agnelli risultano inefficaci perché realizzate in modo grossolano. Molti animali, quindi, subiscono il taglio alla gola quando sono ancora coscienti. Come documentato più volte dall’associazione Esseri Animali, molto spesso gli agnelli sono costretti ad assistere impauriti all’uccisione dei loro simili e ciò avviene per velocizzare il processo produttivo nel periodo delle festività, quando vi è una maggiore richiesta di carne.
Diciamo basta a queste crudeli "tradizioni"!
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