giovedì 7 maggio 2009

Locarnese: Come proseguire?

Locarnese: Come proseguire?
La resistenza alla creazione del Parco del locarnese ha assunto una dimensione tale che potrebbe mettere in forse tutto il progetto.
I parchi sono regolamentati nella Legge federale sulla protezione della natura che prevede tre categorie di parchi di valenza sovracantonale.
Quello che si sta progettando nel locarnese rappresenta la categoria maggiormente orientata alla tutela della natura e viene così definito nella Legge:
“Un parco nazionale è un vasto territorio che offre spazi vitali intatti alla fauna e alla flora indigene e promuove lo sviluppo naturale del paesaggio.
Nell’ambito di tale funzione esso è inoltre utilizzato per scopi ricreativi; ai fini dell’educazione ambientale; ai fini della ricerca scientifica, in particolare per quanto concerne la fauna e la flora indigene, nonché lo sviluppo naturale del paesaggio.
Un parco nazionale è costituito da una zona centrale, in cui la natura viene lasciata libera di svilupparsi e alla quale il pubblico può accedere solo in maniera limitata e da una zona periferica, in cui il paesaggio rurale viene gestito in modo rispettoso della natura ed è protetto da interventi pregiudizievoli.”
Il progetto di parco nazionale del locarnese è orientato alla tutela della natura e sottintende l’introduzione di numerose limitazioni.
Nelle nostre valli riscontriamo ancora una buona presenza di persone che sono o sono state attive nel primario e nell’artigianato. Chi vi risiede e vi lavora respira ancora aria di sano confronto con la natura. Gestendo prati campi, pascoli, boschi, la selvaggina, lavorando il legno e la pietra o occupandosi dell’agroalimentare ha anche potuto ricavare soddisfazione, un reddito e apprezzamenti dai visitatori e dai turisti.
Portare limitazioni nella gestione del territorio, in un tale contesto è molto delicato. Se poi il coinvolgimento finale della popolazione per la decisione di creare un parco, consiste sul voto ad un unico progetto, senza alternative, se non quella di essere tacciato da disfattista nel caso di un no, è chiaro che possano esserci reazioni ed opposizioni.
In Valle Maggia si chiedeva di approfondire un progetto di parco naturale regionale che è sempre d’importanza nazionale e nella Legge è così definito:
“Un parco naturale regionale è un vasto territorio parzialmente urbanizzato, che si contraddistingue in particolare per le sue caratteristiche di paesaggio naturale e rurale e presenta costruzioni ed impianti che s’integrano nel contesto paesaggistico ed insediativo.
Il parco naturale regionale costituisce uno strumento per salvaguardare e valorizzare la qualità della natura e del paesaggio, per rafforzare le attività economiche orientate allo sviluppo sostenibile ivi esercitate e per promuovere la commercializzazione dei beni e servizi prodotti da dette attività.”
È più che umanamente comprensibile che le popolazioni rurali vogliano poter scegliere il loro futuro tra più progetti con differenti sfumature che alla fine di un sano confronto potrebbero anche risultare complementari.
La società agricola Bleniese in collaborazione con l’Unione contadini ticinesi nel maggio del 2005 chiedeva al nostro Consiglio di Stato di poter sviluppare un progetto di parco naturale regionale nella valle in cui il primario rappresenta ancora quasi il 30% della popolazione attiva. La proposta fu ritenuta inopportuna dal gruppo interdipartimentale sui parchi in quanto era già in corso il progetto di parco Nazionale denominato Parc Adula.
Recentemente Bruno Oberle, Direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente si era espresso favorevole all’eventualità di uno studio parallelo di un parco nazionale e di un parco naturale regionale nel locarnese!


Cleto Ferrari

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