giovedì 23 luglio 2009

Ci fa piacere che altre testate online ci aiutano a smuovere le acque

Il problema c’è? Beh, vedete un po’ voi: ogni anno transitano convogli di tale genere per un peso complessivo di due milioni di tonnellate. E l’autorità federale vigila davvero? Eros Taddei ha interpellato Marco Borradori, e Marco Borradori si è rivolto a Moritz Leuenberger. Pare infatti che la verifica dei rischi non sia più stata aggiornata dal 2006 a questa parte...
Due milioni di tonnellate transitano ogni anno, via strada ferrata, sulla linea del Gambarogno tra Bellinzona e Luino. Secondo i funzionari del Dipartimento federale malamministrato da Moritz Leuenberger, il grado di rischio sarebbe “accettabile”; probabilmente la pensavano così anche le autorità italiane prima che esplodesse un convoglio nella stazione di Viareggio, con la trascurabile conseguenza (dev’essere proprio “trascurabile”: di quella tragedia nessuno parla più) di 26 vittime. Non così la pensa l’amico Eros Taddei, tra l’altro animatore di un apprezzabile portale InterNet a carattere regionale, che da privato cittadino nell’esercizio dei propri diritti si è rivolto a Palazzo delle Orsoline e che da Marco Borradori, in qualità di direttore del Dipartimento cantonale territorio, ha ricevuto una risposta quantomeno possibilistica circa i provvedimenti da tenersi in considerazione.

I fatti. Quella tratta, concepita in epoche di primordi delle ferrovie a carattere internazionale, subisce ogni giorno l’onta di decine e decine di treni-merci, mentre il traffico passeggeri è di fatto ridicolizzato. Ricordano, da Bellinzona, che all’Ufficio federale trasporti venne svolta un’analisi dei rischi “econdo i criteri stabiliti dall’ordinanza federale sulla protezione contro gli incidenti rilevanti”; stando agli elementi considerati nel 2006 (chi era presidente della Confederazione? Toh, proprio Moritz Leuenberger…), “il rischio residuo per la popolazione era stato quantificato entro i limiti di accettabilità”. Ma da quella data sono trascorsi tre anni, e di sicuro il flusso non si è attenuato nel frattempo; e quindi? E quindi si rimane alle parole, cioè alla promessa - stessa fonte Uft - di una riverifica periodica sullo stato delle cose “per tramite della quantificazione dei rischi residui per la salute della popolazione e, a medio termine, anche dell’ambiente”. Venne fatto, è stato fatto, viene fatto con riferimento al Gambarogno? Ah, questo è un altro paio di maniche, e si veda più avanti.

E la preoccupazione, tra le righe, emerge anche dalle parole di Marco Borradori: “La possibilità di un incidente, pur se a probabilità limitate, rimane - sta scritto -. La sicurezza degli impianti, della sovrastruttura e della sottostruttura dei trasporti, delle linee a corrente forte e soprattutto i controlli e l’organizzazione di difesa cantonale diventano elementi determinanti e sono da tenersi costantemente consolidati e da migliorarsi, allo scopo di ridurre nella massima misura sia la probabilità di un evento sia la portata delle conseguenze”. Valutazione: “In questo contesto, anche gli incidenti occorsi sono da analizzarsi, ed i punti deboli del sistema sono da ridefinirsi”. Si perdoni l’apparente gioco di parole, ma questo è il discorso: la situazione viene considerata “ancora rassicurante”, ma la Bellinzona politica ha giudicato opportuno l’inoltro di una richiesta di aggiornamento al Dipartimento federale competente. Deduzione: negli ultimi tre anni l’asserita “riverifica periodica” non fu eseguita. Deduzione dalla deduzione: a Palazzo delle Orsoline lo sanno. Deduzione da Palazzo delle Orsoline sulla deduzione originata da altra deduzione: “Renderemo pubblica la presa di posizione di Moritz Leuenberger appena essa ci sarà giunta”. E non solo: “Sarà nostra premura l’attivare un’informazione supplementare alla popolazione, in particolare a quella del Gambarogno, nel momento in cui tale informazione si renda necessaria”.
Da il mattinjonline

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