venerdì 9 aprile 2010

Crescente insicurezza in Svizzera

Crescente insicurezza in Svizzera


Il Consiglio federale ha deciso oggi di proseguire lo sviluppo del pacchetto di Schengen. Così, gli stranieri a beneficio di un visto nazionale per una durata del soggiorno superiore ai tre mesi in uno Stato di Schengen potranno viaggiare in tutto lo spazio di Schengen, dunque anche in Svizzera. Con questa nuova estensione del diritto di Schengen, la Svizzera ha proceduto a più di 100 adeguamenti del suo diritto legislativo al pacchetto di Schengen, da quando quest’accordo è stato concluso nel 2008. La Svizzera abbandona progressivamente il controllo delle sue frontiere e, di conseguenza, l’insicurezza nel paese non smette di aumentare. La statistica criminale pubblicata la settimana scorsa indica che più del 14% dei delitti commessi in Svizzera sono ad opera di turisti della criminalità. L’affare libico ci ha fatto comprendere che la Svizzera può ricorrere agli strumenti dell’accordo di Schengen solo se ciò conviene all’UE. L’UDC chiede perciò ancora una volta un esame imparziale delle conseguenze dell’accordo di Schengen e i costi che ne risultano. Questo tema sarà anche al centro della sua assemblea dei delegati del 1° maggio.

La Svizzera continua a praticare sempre più buchi nelle sue frontiere estendendo il diritto di Schengen. Dopo l’adesione a quest’accordo solo un anno e mezzo fa, c’è già stato più di un centinaio di adeguamenti di questo tipo. Il nostro paese restringe così costantemente il margine di manovra che gli permette di prendere delle misure di sicurezza a favore delle proprie cittadine e dei propri cittadini. Le conseguenze di questa politica sono fatali. La statistica criminale pubblicata la scorsa settimana indica che il 14% dei delinquenti è costituito da stranieri senza permesso di soggiorno di lunga durata in Svizzera, quindi di turisti della criminalità. A questi bisogna aggiungere il 4,4% di richiedenti l’asilo criminali. il 29% dei delinquenti fanno parte della popolazione straniera residente. I casi spettacolari di criminalità da parte di bande importate in Svizzera, indicano anche che il nostro paese, per mancanza di controlli frontalieri seri, è sempre meno sicuro. E la divergenza con la Libia ci ha fatto comprendere che gli strumenti dell’accordo di Schengen sono di natura puramente teorica e che possono essere utilizzati solo se l’UE è d’accordo. L’UDC chiede perciò che le conseguenze politiche e finanziarie dell’accordo di Schengen siano oggetto di un esame obiettivo. Essa riprenderà questa tematica in occasione dell’assemblea dei delegati del 1° maggio 2010.

udc

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