«Magadino è una Villa dove non sono altre case che due Hosterie. E questo, è capò del Lago da questa parte essendo che il Ticino scorre nel Lago tra Magadino, e Cordala. A questo luogo si conducono gran mercantie d'ogni sorte, per imbarcarle nel Lago per condurle altrove in diversi luoghi, e anche quivi se scaricano molte barche per menare le robe nelle terre de' Signori Svizzeri. In questo luogo, alloggiando il B. Carlo Borromeo, per accidente s'accese il fuoco nella stalla, e abbrusciò i cavalli della sua famiglia, e la sua Mulla, e esso pagò il danno». (Fra Paolo Morigia)| N |
on molto frequenti erano ormai più nel primo Novecento (data della cartolina: 5 marzo 1918) gli approcci di noi locarnesi della sponda destra del lago con la Riviera di Gambarogno. Eppure battello e barche avrebbero potuto favorire più approfondita reciproca conoscenza. Ciò malgrado, il volto del Gambarogno con le sue montagne (Tamaro e Gambarogno) incise di valloni e valloncelli, con la doppia collana dei villaggi (una disposta in alto lungo la «traversa» pedemontana, l'altra ormai con un piede
nel lago) ci era e ci è familiare. Basta che ci affacciamo alla finestra di molte delle nostre case ed ecco che la Riviera di Gambarogno ci è, in lontananza, davanti agli occhi: se d'inverno, ancora tutta avvolta nel manto argenteo della neve mentre da noi già comincia a verzicare; se d'estate, ancor tutta soffusa di viva luce mentre da noi già calano le ombre della sera. Prima che si costruisse la ferrovia, la vita di Magadino (sino al 1843 frazione di Vira) era ben diversa. Il villaggio era posto importante o, meglio, notevole
Lombardia e dal Piemonte vi giungeva molta mercanzia per essere poi trasportata oltre San Gottardo; altra proveniente dalle nordiche contrade
Nel 1840 Giovanni Arrivabene annotava, tra l'altro, nel suo taccuino uscito poi in opuscolo: «ci sono a Magadino grandi cantine che possono contenere 6000 botti. Il vino vi giunge dal Piemonte e dalla Lombardia su grandi battelli, trasportato poi dai carrettieri nella Svizzera interna. Si contano anche grandi magazzini, nei quali si lasciano a maturare 2400 e più forme di formaggio provenienti da Oltralpe e destinate ai mercati lombardi». Ai magazzini s'alternavano osterie e alberghi, fra i quali già nei primi anni dell'Ottocento il «Grande Albergo del Battello a Vapore» della famiglia Meschini. Oggi a Magadino inferiore di quel traffico rimangono tracce evidenti. Il ristorante «Elvezia» rimane tuttora e con esso l'insieme delle case taluna di notevole fattura. Lo spazio di terra battuta non è più riservato al traffico delle merci ma, asfaltato, si è mutato in posteggio anche per le automobili dei molti turisti che, specialmente d'estate, vengono nella Riviera di Gambarogno a soggiornare.
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