L'appello lanciato nel corso dell'assemblea - Troppi pericoli
■ È in particolare al capitolo delle «Eventuali» che l'assemblea della Diana Gambarognese, riunitasi sabato a Quartino, ha dato spazio a una lunga e articolata discussione, caratterizzata da una serie di interventi unanimi di di sapprovazione per talune direttive sul la cattura di ungulati e, in particolare, sul periodo cacciabile.
«Nella nostra regione non deve più es sere consentita - è stato più volte detto in sala - la caccia autunnale, dobbiamo pertanto far sentire la nostra voce, cer cando alleati anche in altre società, se vogliamo evitare di essere testimoni, un giorno non lontano, dell'annientamen to della selvaggina».
Una pallottola vagante potrebbe diventare una tragedia
Una posizione assai decisa quella espressa dalla Diana Gambarognese, rafforzata anche da altre considerazio ni che giocano contro la pratica dell'at tività venatoria in quel periodo nella re gione del Gambarogno. Infatti si è fat to notare anche che in quella stagione dell'anno, dove le giornate sono anco ra piuttosto lunghe e miti, viene molto praticato il turismo pedestre, attività che è presente nella regione in manie ra marcata. Pertanto, le conseguenze di una pallottola vagante, cosa che è sempre possibile e che non va quindi minimamente sottovalutata, potrebbe ro facilmente diventare una tragedia.
Un monito, questo, lanciato da chi co nosce la regione del Gambarogno mol to meglio di chi legifera seduto alle scri vanie governative e che, pertanto, a questo punto dovrebbe far particolarmen te riflettere chi di dovere.
Sabato sera a Quartino erano numero si i soci che hanno preso parte ai lavori assembleari della Diana, società ora mai divenuta centenaria. Un sodalizio che ancora risente della perdita avve nuta a inizio anno del presidente Giu seppe Schuler e del segretario Luigi Pi ni, entrambi deceduti nello spazio di soli 2 mesi. Il comprensibile disorientamento che ha fatto seguito agli eventi luttuosi, palesemente intuibile dai colleghi di comitato e dai soci attivi, ha comunque avuto il suo effetto, dando il via allo studio per la riorganizzazione della società con l'inserimento di forze nuove. È quanto emerso nel corso dei lavori assembleari.
L'ordine del giorno prevedeva, in particolare, la discussione sulla modifica dello statuto e la proposta di ridurre i membri del comitato da 9 a 5. Una modifica spiegata dal presidente Giovanni Treichler col fatto che appare esagerato il numero dei membri per una società che conta appena tre dozzine di soci. L'operazione non provocherà malumori di sorta dal momento che alcuni membri hanno già preannunciato il loro ritiro alla fine del mandato (2011) per lasciar spazio a forze giovani che bussano alla porta. «Il ringiovanimento è doveroso - ha rilevato Trei chler - ma rendo attente le nuove leve che verranno chiamate a far parte dei quadri che all'entusiasmo dovranno affiancare disponibilità e impegno an che al di fuori del periodo venatorio».
D.I.
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