Un tempo sui monti di Caviano cresceva una selva fittissima, che offriva rifugio ad animali d'ogni sorta. Nei pressi di quel bosco viveva il sagrestano, uomo pio e devoto, ma assillato dall'idea di trasformare quella selva in un terreno coltivabile. Un giorno si lasciò sfuggire la frase «Darei la mia anima al Diavolo pur di realizzare questo sogno!». All'istante il demonio gli apparve e accettò il patto. «In una sola notte - gli disse -trasformerò questo luogo in cento campi pronti per la semina, ma in cambio avrò la tua anima».
Al volgere della sera il sagrestano suonò l'Ave Maria e il Diavolo si mise all'opera: aveva tempo fino all'Ave Maria successiva per completare il lavoro. Dal canto suo il sagrestano contava, disperato, i campi che apparivano uno dopo l'altro in rapida sequenza.
Il Diavolo pregustava già il suo trionfo, quando improvvisamente riecheggiarono nell'aria i rintocchi di un'Ave Maria, suonata con molto, ma molto anticipo. Il Maligno ringhiò stupefatto, ma il sagrestano aveva deciso: meglio barare, gabbando il nemico, piuttosto che trascorrere l'eternità in sua compagnia. Il demonio, scornato, precipitò nell'inferno, ma lasciò dietro di sé cento campi pronti per la semina.
Negli anni successivi quei campi, che la leggenda attribuisce all'opera del demonio, produssero la segale che ancora oggi è utilizzata per coprire i tetti di alcune case e stalle sui monti di Caviano.
DM
i campi sono 99 se fossero cento avrebbe vinto il Diavolo
RispondiEliminaInteressante è stata la trasmissione su Teleticino con la partecipazione di Nicola Nussbaum, che con il giornalista ha percorso le montagne del Gambarogno fino a Ranzo,soffermandosi in particolare su questa zona.
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