14 ottobre 2015
I primi sono stati i liberali che hanno ironizzato sulla proposta del direttore del DT, Claudio Zali (vedi articolo correlato). Sulla stessa lunghezza d’onda il PPDLorenzo Jelmini che dal suo profilo facebook non ha nemmeno lui risparmiato sul sarcasmo: “Patente per i funghi: molto bene! Adesso lo Stato decide anche chi raccoglie i funghi. In fondo era nel programma: "padroni in casa nostra" almeno dei funghi.... Tra l'altro a quando la patente per le castagne? Mica vogliamo lasciarle agli "azzurri" (o badini, taglian, ecc.). Avanti così occupiamoci dei problemi del Ticino e dei ticinesi.”
A difendere il ministro leghista ci ha poi pensato un altro Lorenzo, Quadri, rivolgendosi ai liberali: “Bontà sua, l'ex partitone ironizza sul patentino per i fungiatt promosso dall'odiato leghista Claudio Zali. Strano, pare di ricordare che il tema "fungiatt frontalieri" negli anni scorsi stesse a cuore anche ad illustri rappresentanti PLR; ma evidentemente, visto che la soluzione l'ha portata il ministro leghista, ecco che di colpo la questione dei funghi - e della tutela del patrimonio boschivo ticinese - diventa una scempiaggine su cui partorire sfottò. Un atteggiamento, quello dell'ex partitone, che ricorda molto da vicino la volpe della favola di Esopo.”
Gli illustri rappresentanti, o meglio l'illustre rappresentante, a cui accenna Quadri potrebbe essese l'ex granconsigliere PLR Tullio Righinetti che nel dicembre del 2001 con un’interpellanza chiedeva al Consiglio di Stato a che punto fossero i lavori sulla Legge sulla raccolta dei funghi (approvata dal Gran Consiglio nel 2001) che prevedeva, tra l’altro, l’introduzione di una tassa per i fungiàtt stranieri. Tassa mai introdotta.
L'atto parlamentare (visibile nella gallery), è stato riesumato dagli archivi del Gran Consiglio da Daniele Caverzasio e accompagnato da un’altra stoccata ai detrattori del direttore del DT: “Mei la zapa che la lapa. Un politico che lavora e dà risposte evidentemente può dare fastidio.”tinews
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