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martedì 24 novembre 2015

Indemini rilancia il sogno “galleria”

Proposto negli anni ‘80, ora aggiornato agli anni Duemila. L’Ass. Amici di Indemini: «Favorirebbe lo sviluppo di un’area esposta a sud che ha ancora spazio per nuovi insedimenti residenziali».


di Maurizio Valsesia
Una galleria per Indemini? L’idea non è nuova. La propose negli anni ’80 l’allora sindaco Domenighetti (oggi, il villaggio è una frazione di Gambarogno, vedi articolo sotto). A tirare fuori dal cassetto questo sogno, aggiornandolo, è il presidente dell’Associazione Amici di Indemini Urbano Pedroni. L’abbiamo incontrato per farci spiegare in cosa consiste la proposta, se e come si adatterebbe agli anni Duemila e quali chance avrebbe.     
«Il progetto originario, tutt’ora valido - spiega Pedroni - prevede un tunnel di 3,6 km con imbocco a 800 msl tra il bivio per Piazzogna e la serie di tornanti che portano al passo di Neggia, e uscita a 1000 msl poco sopra il paese di Indemini (quindi con una pedenza del 7%). Il costo, stimato in 30 milioni un ventennio fa, ora sarebbe di circa 40/50 milioni di franchi. Consentirebbe di evitare il passo di Neggia, un tratto lungo e disagevole, specie d’inverno. Aprirebbe inoltre un nuovo spocco verso sud, la Valle Vedasca e Luino».

Numerosi villaggi alpini soffrono lo spopolamento. Le comunità locali e gli enti regionali di sviluppo si attivano per salvarli da questo destino. Ma entro certi limiti d’investimento. Perché fare un’eccezione nel caso di Indemini?
«Perché la galleria non sarebbe una cattedrale nel deserto, ma il trampolino di un progetto di sviluppo più ampio e redditizio. Concretamente: il Comune di Gambarogno, congestionato dal traffico stradale e ferroviario, aprirebbe un’altra finestra verso il soleggiato e tranquillo sud. Il problema per recarsi al lavoro da Indemini al piano sarebbe in parte risolto. Non sarebbero più necessari costosi lavori di manutenzione della strada. Le case di Indemini, quasi esclusivamente  secondarie, potrebbero diventare abitazioni primarie ed economicamente interessanti per chi ne sapesse cogliere l’opportunità. Il progetto “far rivivere il Monte Sciaga” trarrebbe grandi benefici. Il Monte Sciaga è un ampio spazio aperto di oltre 200mila metri quadrati esposto a sud, con rustici abbandonati, ma recuperabili, una trentina dei quali acquistati dal Comune nel 1998. È stato realizzato un acquedotto agricolo e opere di pulizia.
Il Patriziato locale possiede grandi estensioni di terreno, privo di bosco pregiato, in zona ben soleggiata e non troppo discosta. Sarebbe fattibile pure un grande parco fotovoltaico a basso impatto ambientale.

Una sorta di “Indemini 2”, un villaggio residenziale a mille metri di quota che attiri chi cerca un’area verde e tranquilla in un Ticino povero di spazio edificabile? Ma chi investirebbe il denaro necessario?
La grande disponibilità di capitali che offre il mercato con i tassi di interesse che sono al minimo storico dovrebbero incoraggiare gli investitori. Banche e imprenditori potrebbero trovare l’investimento oltremodo interessante. 
Niente investimenti pubblici? E l’impatto ambientale?
La zona di Indemini è ricca di profondi avvallamenti che in passato hanno reso lo sviluppo agricolo quasi impossibile. Il Cantone è da parte sua confrontato con difficili problemi di deposito d’inerti e sta intraprendendo una complicata e sicuramente costosa esportazione degli stessi verso l’Italia. Costruita la galleria, il deposito di svariati milioni di metri cubi di inerti negli avvallamenti indeminesi potrebbe essere una soluzione fattibile ed economicamente vantaggiosa. Si potrebbe, appunto, soddisfare la richiesta di smaltimento di inerti provenienti da altre aree. Con questa operazione gli investitori recupererebbero quanto anticipato per la galleria, creando lavoro. La campagna attorno al villaggio, colmati gli avvallamenti, acquisterebbe uniformità e sarebbe recuperato e valorizzato prezioso terreno agricolo.

Parliamo sempre di un territorio montano discosto. Dalla strada litoranea all’imbocco della galleria ci sarebbero comunque 2-3 km di strada poco agevole.
Sostenere a priori che questa idea sia attuabile senza uno studio di massima per affinarla e che sia la panacea dei mali atavici del villaggio sarebbe un peccato di presunzione, ma se qualcuno volesse approfondire i problemi e le opportunità connessi a un’operazione del genere e dare una risposta esauriente, sia essa positiva o negativa, avrà tutta la gratitudine da parte di chi spera ancora nella rinascita di Indemini.

1 commento:

  1. Forza Inedemen, adess a serum sü el cantier dal port, e con i soldi che cress , femm el böcc ai munt da Fosan vers al sud.

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