Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume. (Nikita Chrušcëv)

lunedì 10 gennaio 2022

Rustici in vendita a un franco: torna il (troppo) facile entusiasmo

Un reportage televisivo riaccende l'interesse per l'iniziativa sui monti di Sciaga. Nel 2022 arriva la licenza edilizia. Centinaia di interessati da oltre Gottardo. Ma il rischio di andare incontro a una delusione cocente è enorme. Lo evidenzia il sindaco Gianluigi Della Santa.
Da TIO

 GAMBAROGNO - Rustici in vendita a un franco nel Gambarogno. Una trasmissione televisiva (SRF) andata in onda di recente in Svizzera tedesca riporta il tema d'attualità. E riaccende l'interesse per un progetto che nel 2022 potrebbe finalmente entrare nel vivo. «Perché quest'anno dovrebbe arrivare l'autorizzazione a edificare da parte del Cantone»,

spiega a Tio/20Minuti il sindaco Gianluigi Della Santa. Diroccati non abitabili – Una decina di stabili di montagna. Un nucleo suggestivo situato a circa 1200 metri di altezza. Cartoline dai Monti di Sciaga che, tuttavia, al momento sarebbero piuttosto sbiadite rispetto a quanto ci si immagina oltre Gottardo. «L'obiettivo è quello di rivalorizzare il nucleo di Sciaga – sottolinea il sindaco di Gambarogno –. Siamo in attesa delle licenze, poi vedremo in che forma mettere questi oggetti sul mercato». Il prezzo simbolico di un franco, tuttavia, è fuorviante. «Al momento si tratta di diroccati non abitabili. Si tratta di edifici disabitati da decenni. Chi li acquista dovrà farci poi un investimento finanziario. E dovrà farlo secondo linee guida dettate dalle autorità competenti». «Iniziativa idealizzata» – Il caso dei rustici a un franco sui monti di Sciaga era emerso per la prima volta qualche anno fa, agli albori dell'idea. «Da allora ci sono stati diversi malintesi», evidenzia Della Santa. Gli interessati sarebbero a centinaia. Ma chi si immagina il super affare per potere poi vivere una vita da eremita o nel completo relax rischia di andare incontro a una grossa delusione. Alcuni, una volta compresa la realtà dei fatti, hanno manifestato disappunto. «Mi rendo conto – dice il sindaco – che in tanti hanno idealizzato eccessivamente questa iniziativa». NO Sul posto non si arriva con l'auto – Pensando a un ipotetico futuro, si parla di un rifugio alpino per escursionisti e biker, della gestione agricola dei terreni, di un concetto che potrebbe diventare una vera attrazione turistica nel Gambarogno...«Si sta valutando anche l'ipotesi di creare qualcosa di simile a quanto fatto dalla Fondazione Curzutt a Monte Carasso. Allo stato attuale delle cose i rustici sono raggiungibili solo a piedi, e la strada più vicina è a 40 a minuti. In futuro dovrà esserci verosimilmente un collegamento, magari con una piccola teleferica. I tempi sono ancora lunghi. E chi farà un investimento dovrà avere una forte motivazione, non basta sognare».

1 commento:

  1. Finalmente qualcuno che dice pane al pane e vino al vino.
    Una iniziativa lanciata anni fa , con le solite apparizioni mediatiche, fuori di testa, e foriera solo di ulteriori investimenti comunali ingiustificati, visto che già di debiti non ce ne sono abbastanza.
    Che poi ci sarebbe il Curzut Gambarognese fa sorridere. È un sedime abbandonato da decine e decine di anni, dove il tutto è diroccato. Se pensiamo che una semplice infrastruttura come una pista per le bici da montagna che scendeva da Neggia verso il litorale è stata eliminata ( e che portava il suo incentivo turistico), ora si voleva inviarle a Sciaga.
    Chi lo vuole far rivivere lo faccia. Se il proprietario è l'ente pubblico che lo venda, ma senza alcun impegno. Zone ai monti edificabili sono state bloccate nonostante tutte le infrastrutture presenti e qui si vuoleva andare in mezzo alla montagna a creare una piccola comunità che ha poca ragione di esistere.

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