Aggregazioni:GAMBAROGNO IL BRUTTO ANATROCCOLO?
Già che ci siamo, perché non andarci pure noi, saremo un ottimo bagno spiaggia del Bellinzonese.Invece no, Locarno non ci vuole Bellinzona nemmeno così rimarremo sempre ne carne ne pesce
il Governo lancia lo Studio strategico del Bellinzonese, una regione di 50 mila abitanti
Foto CdT
Si parte. Anche a Bellinzona, finalmente! Il Consiglio di Stato ha deciso di avviare lo Studio strategico del Bellinzonese, con il coinvolgimento dei Comuni di Arbedo-Castione, Bellinzona, Cadenazzo, Camorino, Claro, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Gudo, Lumino, Moleno, Monte Carasso, Pianezzo, Preonzo, Sant’Antonino, Sant’Antonio e Sementina.
Il nuovo Comune conterebbe circa 50 mila abitanti. Il comprensorio corrisponde al Distretto di Bellinzona, senza Isone e Medeglia e con l'aggiunta Claro (Distretto di Riviera), che di fatto fa parte dell’agglomerato bellinzonese. Lo studio fa seguito al “Progetto di sviluppo regionale Bellinzona nord”, avviato nel 2006 con la sottoscrizione di una dichiarazione d’intenti tra i Municipi di Bellinzona, Arbedo- Castione, Claro, Gnosca, Gorduno, Lumino e Moleno concluso nel marzo 2008. La discussione politica che ne è seguita era poi terminata con il disimpegno della maggior parte dei Comuni, che avevano espresso la necessità di avviare lo Studio strategico quale base conoscitiva e piattaforma di discussione per un nuovo disegno territoriale ed istituzionale.
Lo Studio - di legge nella nota stampa governativa - "è parte importante della politica di riforma e di aggregazione dei Comuni. La riorganizzazione istituzionale all’interno degli agglomerati costituisce una delle misure indicate a sostegno delle aree urbane e volta a determinare la crescita della Città-Ticino, prevista nel Piano Direttore cantonale e basata su di un Cantone policentrico basato sulla crescita dei quattro agglomerati urbani del Mendrisiotto, del Luganese, del Locarnese e del Bellinzonese. L’obiettivo è quello di creare le premesse istituzionali affinché questi agglomerati e più in particolare i loro centri urbani assumano quel ruolo di produzione di ricchezza, di luoghi d’incontro, di scambio e di promozione e realizzazione di idee che loro compete".
Lugano e Mendrisio hanno assunto questo importante ruolo, mentre a Locarno e Bellinzona "la situazione rimane preoccupante". Come avvenuto nel Locarnese "anche in questo caso l’intera analisi si svolgerà all’interno di un ampio processo partecipativo che vedrà coinvolti gli attori locali appartenenti alla società civile ed alla politica in un ruolo determinante. Essi saranno chiamati ed evidenziare le debolezze e le potenzialità della regione in termini di capitale territoriale e posizionamento strategico, e a riflettere sulle possibilità di utilizzare questi elementi con l’obiettivo di migliorare la competitività dell’agglomerato e la qualità di vita degli abitanti".
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