I “senza partito”
spopolano nei comuni
SIMONETTA CARATTI da il Caffè
I “senza partito” conquistano i comuni di mezza svizzera. Un esercito destinato a crescere. Sintomo di un nuovo approccio alla politica locale: meno conflittuale, più concreto. Sintomo di un crescente disamore verso i partiti storici che, negli ultimi 15 anni, hanno perso quasi un terzo dei loro simpatizzanti. Dietro un modo nuovo di far politica c’è una nuova Svizzera : più mobile, più flessibile che evita legami duraturi con i pariti. Questo emerge dal più vasto studio nazionale sul fenomeno dei “senza partito”. Lo ha realizzato l’università di Zurigo, coinvolgendo 15 mila comuni. Perché gli elettori preferiscono i cosidetti “indipendenti” negli esecutivi comunali? Sono migliori o peggiori dei colleghi, targati Plr, Ppd o Ps? La maggioranza degli intervistati pensa che la politica comunale possa funzionare bene anche senza formazioni politiche che spesso entrano in conflitto e non risolvono i problemi.
“Negli ultimi 20 anni, sono raddoppiati i politici negli esecutivi non iscritti ad un partito: oggi rappresentano il 45%. Nei piccoli comuni non esistono quasi più i partiti. In Ticino la media scende al 20%, il fenomeno, seppur in crescita, è più contenuto”, spiega al Caffè il sociologo Urs Mueli. Il ricercatore dell’Università di Zurigo ha individuato tre motivi che spiegano l’esplosione dei “senza partito”: “C’è più individualismo, flessibilità e mobilità. Non si sceglie più un lavoro per l’intera vita, quindi la politica viene meno nel suo ruolo di trampolino di lancio professionale. Si dedica più tempo alla famiglia. E chi si impegna in politica lo fa per poco tempo, lavorando su progetti concreti. Non ci si lega più ad un partito per troppo tempo”. Un’analisi schietta che mostra un mondo politico legato a doppio filo con quello professionale. Se uno cambia, cambia anche l’altro. Questo spiega in parte perché i partiti hanno perso così tanti simpatizzanti, “quasi un terzo negli ultimi 15 anni e vale anche per il Ticino”. Insomma chi non si adegua alle nuove regole rischia di perdere voti e candidati: “Sempre meno persone hanno voglia e tempo di impegnarsi in politica per avere in cambio, forse, un incarico pubblico o qualche consulenza. Non funziona più così, i partiti sono strutture troppo conservative, rigide, che mal si adattano alle nuove regole di una vita moderna”. Una fotografia quella fatta dall’Istituto di sociologia che riguarda soprattutto i piccoli comuni. “Di anno in anno i partiti diventano sempre più deboli a livello locale e avanzano i municipali senza partito”.Il nuovo trend non ha ancora messo radici negli esecutivi cantonali. “Non penso nemmeno si svilupperà tanto facilmente perché appartenere ad un partito offre ancora vantaggi a livello cantonale e si è visibili sui mass media”. In Germania chi fa politica fuori da un partito è organizzato in una rete e il movimento ha acquisito un grosso potere, in diverse città rappresentano il secondo “partito”. “In Germania sono molto ben organizzati. In Svizzera non funziona ancora così. Il rischio di riunirsi in una rete è quello di creare una struttura simile a quella di un partito e alla fine fare fiasco” conclude il sociologo.
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