le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

sabato 12 febbraio 2011

Presa di posizione sul PUC del Parco del Piano di Magadino in consultazione


Gentili Signore, Egregi Signori,
Il Gruppo Socialisti+Verdi+Indipendenti del Comune del Gambarogno, considerata la valenza del Progetto di Piano di utilizzazione cantonale (PUC) del Parco del Piano di Magadino (PPdM), ritiene importante partecipare a questa fase consultiva. In seguito ad aver preso visione del rapporto e della rispettiva documentazione e in seguito ad aver partecipato ad una serata informativa organizzata dal vostra Dipartimento, riteniamo pertanto doverosa una nostra presa di posizione.
Un percorso progettuale che offre una solida base di discussione e di progettazione
Come prima cosa ci teniamo a formulare una nota di apprezzamento per il notevole sforzo fatto fino ad oggi nel perseguire un percorso progettuale non indifferente; un percorso che ha saputo coinvolgere numerose parti in causa, il cui esito rappresenta oggi una solida base di discussione. Una nota di merito va pertanto espressa a tutte le parti coinvolte in questo progetto e nella stesura del presente rapporto.
Emergono in modo chiaro e trasparente quelli che sono gli obiettivi principali del PUC, le misure necessarie da adottare per la loro realizzazione e gli interessi in gioco. Riteniamo inoltre interessante aver potuto prendere visione di come si intende dotare il Parco del necessario organo di gestione – ossia l’Ente Parco, responsabile dell’attuazione del PUC e dell’adozione delle misure necessarie volte al raggiungimento dei diversi obiettivi.
Vi sono, certo, dei suggerimenti che potremmo esporre ad esempio in merito all’adozione di possibili accorgimenti, anche di metodo (es. il coinvolgimento dei proprietari fondiari) durante le diverse fasi del percorso progettuale, ciò nonostante riteniamo che una serie di osservazioni di dettaglio siano già state riportate da altre associazioni e organizzazioni che hanno preso parte alla consultazione e che non necessitano di essere riprese in questa presa di posizione.
La nostra “non entrata in materia” a livello di dettaglio, misura per misura, non è da intendere come posizione indifferente alla singola misura. Ritenuto che i principali nodi della discussioni sono relativamente noti e si rifanno a questioni sollevate sia dai media, tramite la divulgazione di alcune prese di posizione (es. questione relativa al finanziamento), sia in occasione delle serate pubbliche tenutesi nelle scorse settimane (es. vincoli legati ai vigneti e ai prati verdi per il giardinaggio), premettiamo piuttosto che questi aspetti troveranno sicuramente un proprio spazio di discussione nelle prossime fasi progettuali e di attuazione del PUC.
Un primo passo nella giusta direzione
Questa presa di posizione non intende di fatto esprimersi su aspetti di dettaglio che già sono e/o verranno sollevate dalle numerose parti interessate. Ci preme piuttosto sottolineare da un lato il nostro accordo di principio sulla direzione che si intende perseguire - sulla linea di quanto esposto nel rapporto – e dall’altro lato però riconoscere che quanto proposto dovrebbe rappresentare un primo passo nella giusta direzione.
Il rapporto sottolinea ripetutamente il riferimento alle molteplici vocazioni del PPdM, in particolare l’agricoltura, la natura e lo svago. Questo strumento di pianificazione mira ad una riorganizzazione territoriale con l’obiettivo di consolidare uno spazio, un ambiente di qualità, in cui gli odierni punti di conflitto tra le varie vocazioni del Piano possano servire a creare piuttosto delle sinergie tra le rispettive vocazione. È questo il valore aggiunto che il PUC, di respiro sovracomunale, è in grado di offrire in termini di sviluppo sostenibile.
La definizione di 35 obiettivi specifici - da realizzare per il tramite di una novantina di misure (di cui vengono suggeriti gli aspetti critici, le priorità e i responsabili della loro attuazione) - è da considerare a nostro avviso un primo risultato che si basa oltretutto su vincoli legislativi in vigore, la cui applicabilità purtroppo oggi – in casi specifici - è carente. Il PUC rappresenta pertanto un denominatore comune anche in termini di gestione del territorio attenta alle normative vigenti.
A livello di territorio, uno dei punti che riteniamo importante invece sollevare, riguarda l’estensione del Parco: il progetto del Parco del Piano di Magadino andrebbe esteso ulteriormente e comprendere una serie di appezzamenti oggi ancora escluse dal Piano. Concretamente ci rifacciamo alle osservazioni al PUC presentate dall’Arch. e paesaggista Orlando Pampuri e dal rispettivo Gruppo “Piano di Magadino, Bellinzona, Locarno”. Riconosciamo in questo PUC la volontà di consolidare e sviluppare uno spazio in cui viene concepita una zona dedicata al Parco, ma siamo convinti che una corretta visione d’insieme di quelli che sono i diversi spazi sul Piano di Magadino che dovrebbero interessare il Parco debbano includere ulteriori appezzamenti territoriali. Questo PUC consiste quindi in un primo passo nella giusta direzione, che in futuro potrà e a nostro avviso dovrà prevedere ulteriori fasi di studio per l’estensione, laddove possibile, dell’attuale progetto a questi ulteriori appezzamenti.
Due progetti di valenza nazionale ed internazionale che metteranno alla prova il PUC
Il PUC non promuove soluzioni per quanto concerne i due progetti di valenza nazionale ed internazionale come lo sono Alptransit e il collegamento veloce A2-A13, non ha la presunzione di farlo e non lo considera un obiettivo. Ciò nonostante, consapevoli i redattori che queste opere avranno inevitabilmente un impatto sul Piano di Magadino, nel documento emerge come queste realizzazioni premetteranno uno studio e un approfondimento nel dettaglio delle soluzioni da adottare e delle misure da intraprendere nel rispetto di quanto previsto dal PUC. Fermo restando che queste opere si rifanno a competenze a livello di Confederazione, il rapporto non dimentica di sottolineare che la loro pianificazione e realizzazione dovrà a questo punto prevedere l’adozione di misure volte a limitare al minimo ogni conseguenza negativa sul Parco e provvedervi oltretutto in termini compensativi.
Certo, rimanere silenti rispetto a questi progetti, la si potrebbe considerare una lacuna importante; cambiando prospettiva però, ossia adottando una prospettiva volta alla salvaguardia e allo sviluppo del Piano di Magadino, questa lacuna risulta giustificata, o meglio giustificabile.
Da una nostra discussione è emersa la necessità di non indugiare ulteriormente nel ripensare questo spazio di vita tanto importante per il nostro Paese; il rischio è che in futuro proprio progetti di questa portata potrebbero fungere da ostacoli nell’adottare soluzioni territoriali di questo tipo. I tempi per consolidare questo spazio naturale sono maturi e pertanto si è dell’avviso, come suggerito nei documenti, che questi progetti in termini di dettaglio andranno affrontati con la dovuta attenzione in considerazioni di un Parco allora esistente.
Non possiamo esimerci dal ricordare che la realizzazione di queste opere richiede tempi lunghi che la realizzazione del Parco non può permettersi di attendere. Lo strumento stesso di un Piano di utilizzazione cantonale, in cui l’interesse è posto a livello sovracomunale, deve poter stabilire le regole d’uso del territorio in funzione di un approccio e di una gestione coordinata di questo spazio. La situazione odierna parla da sola: gli strumenti odierni, già disponibili a livello pianificatorio, non hanno saputo porre fine a certe situazioni puntuali irrispettose della normativa vigente. Attendere decenni per riuscire a tenere debitamente conto di questi progetti di portata nazionale risulterebbe un atto irresponsabile, se l’obiettivo è quello di dar vita in tempi relativamente brevi ad un progetto che mira a riqualificare al meglio uno spazio di vita che oggi esiste, che presenta una serie di peculiarità e che merita di essere salvaguardato, valorizzato e sviluppato – provvedervi domani, potrebbe essere tardi.
Una progetto lungimirante per assicurare un futuro al Piano di Magadino sostenibile e responsabile
La nobile visione politica che ha dato vita a questo progetto, lo ricorda bene il Rapporto di pianificazione (pag. 3), è il seguente: “il Governo fece elaborare un concetto di sviluppo con un duplice obiettivo: conseguire un riordino dell’organizzazione territoriale unitamente a un miglioramento della qualità ambientale del comprensorio; selezionare le utilizzazioni ammissibili e auspicabili, coordinandole con gli obiettivi d'organizzazione territoriale del Piano direttore (PD) e delle pianificazioni locali.”
La sfida raccolta dal Governo e dal Parlamento nel riconoscere un grande valore al Piano di Magadino merita oggi di essere ricordata e sostenuta, se si vuole porre un limite al degrado che questo territorio subisce da anni. Per questa ragione invitiamo le forze politiche e tutte le parti interessate a cogliere questa sfida, nell’interesse del nostro territorio, del nostro Cantone, del nostro Paese e nel rispetto delle generazioni future.
Certi che l’investimento in un progetto di tale rilevanza naturalistica, economica e turistica per la nostra Regione e il nostro Paese si rivelerà vincente, porgiamo i nostri migliori saluti.
Nadia Pittà
Capogruppo Socialisti+ Verdi+Indipendenti, Comune del Gambarogno
Co-presidente Sezione PS Gambarogno

4 commenti:

  1. È sicuramente un passo interessante nella giusta direzione per un uso intelligente e parsimonioso di una delle zone più pregiate del cantone.GUardando dall'alto questo territorio, si ha effettivamente la conferma che il comprensorio è incompleto .Intelligente sarebbe introdurre una moratoria su tutti gli insediamenti non indispensabili(grandi magazzini, nuovi capannoni, estese serre ecc ecc)
    Per quanto concerne il collegamento A2-A13, non c'è progetto più deleterio di quello che il governo ha mandato a Berna.Da sperare che abbiano il coraggio di fare altre scelte.Purtroppo gli interessi particolari su questo territorio sono veramente troppi.

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  2. Ma non è possibile fare un parco nel piano di Magadino puzzolente con niente di attraente fumi dell' inceneritore- crematorio- odori di smaltimento riffiuti- odori strani dei centri di depurazione- con la presenza di migliardi di moscerini che pungono tutti e con la presenza di tutte le industrie e anche polvere fini ozono e c.o.
    Ti verrebbe in mente di fare una passeggiata o un giro col rampichino.

    ACHI

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  3. Le vette del Monte Gambarogno sono ideali per il turismo e dimenticate da tutti.

    Chi lo ha visto.

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