venerdì 24 giugno 2011

Si al crocifisso a Cadro: PPD soddisfatto

La decisione del Consiglio di Stato di permettere l'affissione del crocifisso nei corridoi delle scuole di Cadro ha sicuramente fatto piacere al PPD, il quale, tramite una nota stampa, esprime la sua soddisfazione. Nel comunicato si legge infatti che "la  decisione ha il grande merito di  affermare la  legittimità di un simbolo profondamente radicato nell’identità storica e culturale del popolo ticinese".

(ticinonews.ch)


"Il Partito Popolare Democratico prende atto con favore della decisione del Consiglio di Stato con cui è stato respinto il ricorso  di  un  docente che  voleva vietare l’esposizione del crocifisso nei corridoi delle scuole di Cadro. Questa decisione è pronunciata a 20 anni di distanza dalla sentenza del Tribunale federale con cui era stato stabilito che il Crocifisso non poteva essere esposto nelle aule scolastiche. In quella sentenza, adottata a strettissima maggioranza, il Tribunale federale aveva già precisato che il suo “giudizio sarebbe forse stato diverso ove si fosse   trattato   di   statuire   sulla   presenza   del   crocifisso   nei   locali   scolastici   adibiti   ad uso comune, come ad esempio l’atrio, i corridoi, il refettorio”.

E inoltre "nel frattempo, anche  sul   piano   internazionale,   si   è   assistito   a   una   precisazione   del   rapporto   tra   diritti dell’uomo e simboli religiosi,   sfociati   nella   sentenza   19   marzo   2011   della   Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo con cui è stato riconosciuto che la presenza del Crocifisso nelle scuole non costituisce una lesione dei diritti dell’uomo. La decisione del Consiglio di  Stato,   pienamente coerente con  la  giurisprudenza federale e internazionale, ha inoltre il grande merito di affermare la legittimità di un simbolo profondamente radicato nell’identità storica e culturale del popolo ticinese. Si tratta quindi di una decisione equilibrata e doppiamente soddisfacente".

Concludendo "il PPD auspica che questa decisione sia accettata serenamente e costituisca l’occasione per riflettere   su basi di buon senso, in un’ottica di laicità positiva, sul rapporto tra Stato e Cristianesimo e sul   concreto contributo che quest’ultimo può fornire allo sviluppo armonioso della comunità intera".

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