Troppi incidenti, spesso con esito letale, avvengono sui passaggi pedonali. Per questo motivo la Confederazione ha deciso di lanciare dal 2012 una campagna di sensibilizzazione destinata a tutti gli utenti della strada.
Purtroppo quasi quotidianamente i media riferiscono fatti avvenuti in luoghi diversi della Confederazione, ma sostanzialmente uguali: il decesso o il ferimento di un pedone falciato da un veicolo sulle strisce pedonali. L'impressione che è gli incidenti di questo tipo siano in continuo aumento.
Senza negarne la gravità, Gianantonio Scaramuzza – esperto presso l'Ufficio prevenzione infortuni (Upi) – si chiede «se questa percezione non sia piuttosto il risultato di una crescita del numero di notizie diffuse dai media». Infatti, precisa, «se analizziamo le cifre relative agli incidenti durante gli ultimi 30 anni, si constata che quelli gravi avvenuti sulle strisce pedonali sono diminuiti del 75%».
Nonostante questa tendenza positiva, è pur sempre vero che in media – specialmente in inverno – ogni settimana una persona muore e nove sono gravemente ferite sulle strisce pedonali. Un dato di fatto «sicuramente grave».
Precedenza al pedone, ma…
«Gli automobilisti devono essere ben coscienti che di fronte a un passaggio pedonale non hanno alcun tipo di precedenza», sottolinea Scaramuzza. Malgrado ciò sia chiaramente sancito dalla legge, l'esperto fa tuttavia notare che «talvolta per il pedone è preferibile rinunciare a questo diritto».
Per quanto concerne le cause degli incidenti in questione, secondo i dati raccolti il guidatore risulta essere l'unico colpevole in più dell'85% dei casi. Solo nel 3% degli incidenti la responsabilità può essere attribuita al pedone.
Anche Stephan Müller, portavoce del Touring Club svizzero, fa presente che buona parte degli incidenti sulle strisce pedonali sono effettivamente causati da errori umani. «Sovente gli automobilisti e i pedoni non sono abbastanza coscienti dei pericoli legati alle strisce pedonali», rileva; a ciò si aggiungono comportamenti irresponsabili, come la guida in stato di ubriachezza.
Christine Steinmann dell'Associazione traffico e ambiente (ATA) aggiunge che «nei mesi invernali – a causa della maggiore oscurità – più pedoni restano coinvolti negli incidenti stradali rispetto ai mesi estivi».
Per quanto concerne le cause degli incidenti in questione, secondo i dati raccolti il guidatore risulta essere l'unico colpevole in più dell'85% dei casi. Solo nel 3% degli incidenti la responsabilità può essere attribuita al pedone.
Anche Stephan Müller, portavoce del Touring Club svizzero, fa presente che buona parte degli incidenti sulle strisce pedonali sono effettivamente causati da errori umani. «Sovente gli automobilisti e i pedoni non sono abbastanza coscienti dei pericoli legati alle strisce pedonali», rileva; a ciò si aggiungono comportamenti irresponsabili, come la guida in stato di ubriachezza.
Christine Steinmann dell'Associazione traffico e ambiente (ATA) aggiunge che «nei mesi invernali – a causa della maggiore oscurità – più pedoni restano coinvolti negli incidenti stradali rispetto ai mesi estivi».
Correre ai ripari
Anche la Confederazione intende prestare il suo contributo per diminuire gli incidenti sulle strisce pedonali, e ha quindi deciso di finanziare con 6 milioni di franchi un'apposita campagna che sarà lanciata nel 2012.
Pure l'ATA moltiplica gli sforzi, proponendo da inizio dicembre 2011 una sua nuova campagna destinata ai pedoni. Il TCS ha dal canto suo sottoposto a verifica un centinaio di passaggi pedonali, giungendo alla conclusione che la metà di questi deve essere migliorata.
Inoltre, ATA, TCS e Associazione svizzera dei pedoni vorrebbero partecipare alla campagna della Confederazione, che deciderà a inizio 2012 a chi attribuire il finanziamento.
Pure l'ATA moltiplica gli sforzi, proponendo da inizio dicembre 2011 una sua nuova campagna destinata ai pedoni. Il TCS ha dal canto suo sottoposto a verifica un centinaio di passaggi pedonali, giungendo alla conclusione che la metà di questi deve essere migliorata.
Inoltre, ATA, TCS e Associazione svizzera dei pedoni vorrebbero partecipare alla campagna della Confederazione, che deciderà a inizio 2012 a chi attribuire il finanziamento.
Qualità, non quantità
In tutta la Confederazione vi sono 40-50'000 passaggi pedonali. Non tutti questi, però, sono davvero una garanzia di sicurezza, ammonisce Gianantonio Scaramuzza. Infatti, troppi sono stati concepiti erroneamente oppure situati in luoghi inadeguati.
Scaramuzza rammenta altri aspetti da considerare affinché un passaggio pedonale costituisca davvero un valore aggiunto dal profilo della sicurezza: la possibilità di inserire un'isola pedonale in mezzo alla carreggiata e la necessità di illuminare adeguatamente il passaggio.
Inoltre, è fondamentale che la visibilità dell'automobilista nelle vicinanze del passaggio non sia ostruita da muri, barriere o vegetazione; il pedone non deve inoltre attraversare più di due corsie.
Scaramuzza rammenta altri aspetti da considerare affinché un passaggio pedonale costituisca davvero un valore aggiunto dal profilo della sicurezza: la possibilità di inserire un'isola pedonale in mezzo alla carreggiata e la necessità di illuminare adeguatamente il passaggio.
Inoltre, è fondamentale che la visibilità dell'automobilista nelle vicinanze del passaggio non sia ostruita da muri, barriere o vegetazione; il pedone non deve inoltre attraversare più di due corsie.
Piuttosto bene
Secondo l'esperto dell'UPI, se paragonata agli altri paesi europei la sicurezza dei passaggi pedonali elvetici è comunque buona, pur ammettendo che «ci sono Stati migliori da questo punto di vista come Germania, Islanda, Norvegia, Olanda, Svezia».
È comunque difficile effettuare un confronto preciso tra i paesi, conclude Scaramuzza, poiché la percentuale di pedoni di uccisi sul totale degli abitanti non tiene conto di quante persone si spostano effettivamente a piedi in una determinata nazione.
È comunque difficile effettuare un confronto preciso tra i paesi, conclude Scaramuzza, poiché la percentuale di pedoni di uccisi sul totale degli abitanti non tiene conto di quante persone si spostano effettivamente a piedi in una determinata nazione.
Jean-Michel Berthoud, swissinfo.ch
traduzione e adattamento: Andrea Clementi
traduzione e adattamento: Andrea Clementi
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