Di Diego Invernizzi
Sala gremita, venerdì sera, all'Oratorio San Pio X. di San Nazzaro per vivere, attraverso l'immagine, le straordinarie bellezze del continente africano offerte da Tiziano Branca e Manlio Del Cinto. I due coraggiosi "esploratori" gambarognesi spinti da quello spirito d'avventura che accompagna un po' tutti negli anni dell'adolescenza (ma loro quell'età l'hanno alle spalle da un pezzo... ), hanno realizzato i loro sogni spingendosi all'interno di un mondo antico, difficile da raccontare se non lo si è vissuto.
Ogni luogo, in quel labirinto di contrasti, ha un fascino straordinario che consente agli occhi di vagare senza mai stancarsi. Di fronte a tanto splendore si capisce perchè dal "mal d'Africa" (se si annida nei cuore) non si può' più guarire.
Sala gremita, venerdì sera, all'Oratorio San Pio X. di San Nazzaro per vivere, attraverso l'immagine, le straordinarie bellezze del continente africano offerte da Tiziano Branca e Manlio Del Cinto. I due coraggiosi "esploratori" gambarognesi spinti da quello spirito d'avventura che accompagna un po' tutti negli anni dell'adolescenza (ma loro quell'età l'hanno alle spalle da un pezzo... ), hanno realizzato i loro sogni spingendosi all'interno di un mondo antico, difficile da raccontare se non lo si è vissuto.
Ogni luogo, in quel labirinto di contrasti, ha un fascino straordinario che consente agli occhi di vagare senza mai stancarsi. Di fronte a tanto splendore si capisce perchè dal "mal d'Africa" (se si annida nei cuore) non si può' più guarire.
Tiziano Branca ha presentato un documemtario sul "Tour d'Afrique 2010", un viaggio di 10 giorni in bicicletta (1600 chilometri) da Wictoria Falls a Windoek. Un sequenza di immagini bellissime, volutamente senza commento, da lui girate con maestria professionale: un grande spettacolo.
Manlio Del Curto, "malato d'Africa" sin dall'infanzia, ha invece presentato un diaporama dal fascino accattivante che ha lasciato il pubblico col fiato sospeso. La sua vena poetica nel commentare la lunga sequenza di immagini captate lungo un percorso di 15 anni, in zone impervie tra gli animali selvatici e in situazione a volte difficili, è stata una degna cornice a un documento prezioso che meriterebbe spazio in un contesto molto più allargato. La serata filmistica, è doveroso segnalarlo, faceva parte del ricco programma allestito dal gruppo "Spelecapiòcc" di Vira nell'ambito della mostra dei presepi.
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