Commettere errori è umano, perseverare è diabolico
Dal CdT
Nadia Buetti Pittà
Nadia Buetti Pittà
La politica ticinese nel corso
degli ultimi decenni ha visto protagonisti il PLRT, il PPD, la Lega dei
ticinesi, l’UDC e il PS. Il timone del nostro Cantone è stato nelle mani dei
primi due partiti e del movimento leghista – la maggioranza è tutt’ora nelle
loro mani. Nell’ultima
legislatura, sempre questi tre schieramenti, hanno dato
vita al Patto di Medeglia, o meglio noto come il Patto del Triciclo, un termine
che sembra non piaccia a Jelmini, ma tant’è. I tagli della spesa pubblica
dovevano passare dalle forbici manovrate da questi politici, uniti in un Patto
per il bene del nostro Cantone. Il giornalista Aldo Bertagni alcuni giorni fa,
in un editoriale ha sottolineato che la legislatura 2011-2015 la si sarebbe
ricordata proprio per questo patto ed è interessante riportarlo alla mente,
perché ricordiamo anche bene com’è andata a finire. Se ne sono viste delle
belle intorno a questo patto, radicali che si sono smarcati, ingenuità che sono
venute allo scoperto e boutade di Giuliano Bignasca - è stato ancora lui ad
annunciare che il giochino si era rotto e che il patto era da considerarsi
concluso di fronte al rifiuto di ulteriori sgravi fiscali nel 2013. Pochi
giorni or sono, pare che Cattaneo si sia detto favorevole a un “Patto del
Triciclo bis” e i due massimi rappresentanti di Lega e PPD sembrerebbero concordi
nel riprendere il discorso - pronti ad alzare il sipario.
Perché parlare di errori? Perché
la situazione del nostro Cantone è lì da vedere - nel corso di questi anni la
situazione è piuttosto peggiorata per quanto concerne diversi aspetti. Si
sarebbero potuti fare degli importanti passi avanti, nel lavoro, nel socio-sanitario,
nella mobilità e nell’ambito della gestione del territorio, mentre non si può
certo essere soddisfatti di quanto è stato ottenuto. Vi sono stati degli
evitabilissimi sgambetti tra Consiglieri di stato e situazioni a dir poco paradossali
in Gran Consiglio (come anche tra Esecutivo e Legislativo), per non parlare del
voto dei soldatini nel pieno rispetto dei meri interessi delle lobby presenti
tra le file del Parlamento. Se molti politici si sono espressi in termini
negativi rispetto a questi ultimi anni di politica; la popolazione non può che
rincarare la dose, nonostante si possano leggere che i singoli gruppi – e parlo
di quelli che conosco meglio – si siano dati un gran bel da fare per portare a
casa un qualche risultato. Tra questi penso ad esempio al Parco del Piano di
Magadino - un Signor risultato, che è stato ottenuto con non poca fatica,
quando invece oltre al buon senso oggi anche le statistiche confermano come nel
nostro Paese sia particolarmente basso il territorio salvaguardato in termini
di percentuale nel confronto internazionale. Insomma, i “cantieri aperti” nel
corso di questi anni sono parecchi, purtroppo anche aumentati, e sono al
contempo troppi i topolini partoriti da elefanti da questa politica. I dossier
sono sì complicati, ma spesso anche la scarsa preparazione o l’insufficiente
approfondimento di quanto presentato al Legislativo ha pesato sui tempi e di
conseguenza sulle decisioni.
Non si può pertanto perseverare
con quanto accaduto: il Ticino ha bisogno di maggiore efficacia politica e di maggior
dialogo tra i politici (e lasciamo stare i tricicli), i quali devono imparare
ad ascoltare colleghi e colleghe, e fare maggiormente i conti con la realtà che
li circonda e le priorità che bisogna riuscire a definire – in modo
costruttivo, per il bene di tutta la popolazione. Molti politici e alcune donne
in politica (sono sempre troppo poche) si ripresentano e chiedono di essere
rivotati. Non tutti meritano di essere rieletti, lo sappiamo bene; la
conseguenza della rielezione della maggior parte di loro vorrebbe dire
perseverare con quanto fatto negli scorsi anni. Optare per la continuità significherebbe
agire in modo irresponsabile. Sperare che le persone rielette votino in modo
diverso (magari evitando il soldo delle lobby), sappiamo che è poco credibile, ma
le elettrici e gli elettori hanno l’opportunità di cambiare le dinamiche e la
concentrazione di potere in Parlamento, cambiando una buona parte dei rappresentanti
politici votati in passato (in particolare chi ne ha rappresentato i vertici),
rafforzando il voto e pertanto la presenza delle donne a livello di politica
cantonale, e non meno importante, sostenendo politici e politiche impegnate,
preparate, coraggiose e pronte a mettere in atto politiche lungimiranti, che
non daranno troppi frutti oggi, ma forzatamente domani. Pensiamo ad esempio
anche solo alla riduzione del numero di allievi per classe, misura che trova
concordi politici di tutti gli schieramenti; una misura che significherebbe
finalmente muovere un primo passo nella giusta direzione – a favore della
scuola che c’è – ma che proposta con
altre misure e in modo inappropriato può non aver trovato il sostegno di chi
non è stato coinvolto.
Dopo anni in cui ci si è sentiti
dire “No, non si può” è venuto il momento di promuovere con coraggio riforme
lungimiranti. Insieme possiamo promuovere politiche sostenibili – a favore di
un lavoro remunerato in modo corretto, a supporto di maggiore equità sociale e
attente ad un consumo del territorio consapevole e parsimonioso. Sì che si può.
Solo politici e politiche, capaci di promuovere proposte e soluzioni sostenibili
– in termini sociali, economiche ed ecologiche – è bene che ottengano il
sostegno dell’elettorato; votare la politica portata avanti in questi anni
dalla maggioranza del Parlamento votando gli artefici di questa politica –
sarebbe diabolico (e il Diavolo non me ne voglia). Non perdiamo l’occasione per
offrire una svolta alla nostra politica – il Ticino ha bisogno di tutti noi e
il voto di aprile dipenderà da ogni singolo voto. Siate coraggiosi e
coraggiose!
Troppo bla bla bla per dire infine nient'altro che: votate PST.
RispondiEliminaLo si può,dire anche con due semplici righe che sarebbe più trasparente,,peccato
Riflessione molto intelligente, peccato che il primo anonimo non abbia capito nulla, PST? La pittà Buetti è Verde.
RispondiEliminaGiusto, mandiamo a casa i fuchi!
RispondiEliminaVogliamo chi fa gli interessi del popolo!!!!
Emigrante........savoiarda.
RispondiEliminaUn ulteriore esempio delle convinzioni personali che non sono quelle del gruppo politico dove si milita.
Savoia da socialista è ora leghista ancor piú a destra: populismo
Per essere coerente alle mie opinioni non potevo rimanere nel PS, perché ad esempio non condivido questa Europa. ...dice niente Tsipras? Come ho scritto sul mio blog, nel discorso che ho tenuto all'assemblea dei Verdi in gennaio, io resto di sinistra e fedele alle mie convinzioni e opinioni, consapevole che nei Verdi non c'è né destra, né sinistra, ci sono solo opinioni e argomenti - e il confronto è aperto a tutto campo. Ahimé, non nel PS.
RispondiEliminaSono una persona trasparente e non ho alcun problema ad invitare il primo e il quarto commentatore ad uscire dall'anonimato e confrontarsi con la sottoscritta su posizioni e rispettivi argomenti.
Attendo con piacere e nel frattempo auguro buone festività.
cara Nadia la vedo come te ma uscire dall'anonimito ci vuole coraggio. Purtroppo conosciamo bene il nostro gregge sara difficile che qualcuno ci metta la faccia.
RispondiEliminaIl coraggio non può essere contraffatto, è una virtù che sfugge all’ipocrisia.
RispondiElimina(Honoré de Balzac)
Ma che confusione con questi partiti di sinistra poi diventano di destra, poi di centro. È vero quanto orami affermano gli specialisti, che la socialità è diventata materia di tutti , mentre l'ecologia sta per diventare UDC o più a destra anora.
RispondiEliminaMa come fa il cittadino a fidarsi di questi gruppi che si creano poi si disfano, in base a chi è il capo?
Specialisti?
RispondiEliminaSarei curioso di sapere chi sono e dove posso approfondire l'argomento, altrimenti rimane il classico discorso da bettola senza capo ne coda, fatto solo per buttare fumo? La gente non è stupida...