Sant'Antonino, "nessuna coatta"

la dove esiste Democrazia e  popolo sovrano

Fusione nel Bellinzonese: ecco lo scenario in caso di no alle urne del Comune "ricco"

BELLINZONA - In caso di voto contrario dei cittadini il prossimo 18 ottobre, per Sant'Antonino non ci sarà nessuna aggregazione coatta. Questa la garanzia,

scritta, ottenuta dal Municipio da parte del Gruppo operativo che coordina la fusione a 17 nel Bellinzonese. Detto in parole povere: se alle urne dovesse prevalere il «no» all'unione del Distretto, il progetto perderebbe il Comune finanziariamente più sano con moltiplicatore d'imposta al 65%. Va comunque detto che un'eventuale coazione dipende dal Consiglio di Stato e dal Gran Consiglio, chiamato ad esprimersi appunto sulla proposta governativa. Non si scopre di certo l'acqua calda affermando tuttavia che Sant'Antonino è scettico riguardo al matrimonio allargato. I motivi sono noti: i conti in nero (il consuntivo 2014 si è chiuso con un avanzo di 1,5 milioni), il tasso fiscale fra i più bassi del Cantone e la presenza di importanti industrie che generano un altrettanto interessante indotto. L'ente locale è l'isola felice del Bellinzonese. L'unico Comune con un indice di forza finanziaria forte in mezzo ad altri (ad eccezione, in parte, di Preonzo) che rientrano nella classe «media».