martedì 29 agosto 2023
QUANDO IL LAGO ARRIVAVA A GIUBIASCO
Il bacino lacustre del Lago Maggiore
La foce del Ticino e la foce della Verzasca
L’inizio della formazione del Verbano è coincisa
con il ritiro del ghiacciaio del Ticino, iniziata circa
20’500 anni fa. La conca lasciata libera dai
ghiacci si è riempita progressivamente di acqua
di fusione e, nel corso della deglaciazione e con
l’avanzata del lago, dal fronte del ghiacciaio si
staccavano degli iceberg che fluttuavano sul
Paleo-Verbano. La presenza di sedimenti lacustri
di età tardoglaciale fino a quota 291 m.s.m.,
suggerisce la presenza di laghi locali, formatisi
a causa dello sbarramento della valle da parte
di coni di deiezione. Il livello lacustre massimo di
questi bacini è stato stimato in 250 m.s.m., mentre
il Verbano raggiungeva la quota di 210 – 212 m.s.m.
(oggi arriva a 193 m.s.m.) e si estendeva fino a
Sementina – Giubiasco. Il successivo riempimento
fluvio-glaciale è evoluto in media di 5 mm/anno,
caratterizzato da periodi con diverse velocità di
sedimentazione. All’inizio dell’Olocene (11’500 –
9’500 anni fa) il delta del Ticino si trovava a
Sant’Antonino, mentre 7’000 anni fa era all’altezza
di Cadenazzo. Il delta è avanzato in media di 1 m/
anno durante l’Olocene, ma la velocità è aumentata a partire dall’Epoca Romana. Fra il 1850 e il
1982 la progradazione del delta è stata di 300
metri, equivalente a un tasso medio di 2.3 m/anno.
Indice del cambiamento climatico o dell’intervento
umano?
Tra il 1350 e il 1860 i tassi di sedimentazione sono
aumentati a causa della maggiore erosione de
versanti dovuta alla deforestazione.
Il progetto «Delta Vivo» realizzato dalla Fondazione
Bolle di Magadino in collaborazione con il Cantone,
la Confederazione e le associazioni per la natura,
ha permesso la riattivazione della dinamica alluvionale del fiume Ticino alla sua foce. Il «Sentiero
scoperta» nelle Bolle consente di approfondirne
la conoscenza. FOTO ARCHIVIO STATO
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