Il Guastafeste, l’Acsi e i balzelli elettrici
GIORGIO GHIRINGHELLI,LOSONE
Da la regione
Il deputato in Gran Consiglio Franco Celio si è scagliato contro l’Acsi, rea, a suo dire, di “continuare a scatenarsi, d’intesa con il noto ‘guastafeste’ Ghiringhelli, contro il cosiddetto decreto salva-privative, ovvero contro quella regolamentazione che ha introdotto, a carico delle aziende distributrici di energia, una tassa a favore dei Comuni quale indennizzo per l’occupazione del suolo pubblico”. Desidero fare solo due precisazioni. Innanzi tutto non è vero che la tassa in questione è a carico delle aziende distributrici di energia. Essa è a carico dei consumatori di energia. Le aziende distributrici si limitano a fatturarla tramite le bollette dell’elettricità e a riversare il ricavato ai Comuni ticinesi, che complessivamente incassano in tal modo 35-40 milioni di franchi (mediamente 100 franchi per ogni abitante). A dipendenza dei consumi di elettricità, tale imposta occulta può ammontare anche a diverse centinaia di franchi all’anno per famiglia, e a diverse migliaia o decine di migliaia di franchi per le varie attività economiche (alberghi, commerci, ristoranti, artigiani, uffici, industrie ecc.). In secondo luogo a presentare il ricorso al Tribunale federale per chiedere di annullare questa tassa introdotta qualche mese fa dal Gran Consiglio è stato solo e unicamente il sottoscritto, per cui semmai Celio se la prenda con me e non con l’Acsi. Questa associazione si è limitata a osteggiare fin dall’inizio tale tassa e, dando seguito con coerenza a una mia richiesta in tal senso presentata nella mia veste di socio, a sostenere il mio ricorso. Capisco le preoccupazioni di Celio sulle conseguenze che tale ricorso potrebbe avere per i Comuni qualora lo stesso dovesse essere accolto. In tal caso infatti i Comuni perderebbero 35-40 milioni di franchi, che però rimarrebbero nelle tasche dei consumatori. Qualche Comune con scarse riserve finanziarie potrebbe in effetti essere costretto ad aumentare il moltiplicatore d’imposta, e qualche altro dovrebbe lavorare di forbici per tagliare nelle spese. Ma per la maggior parte dei cittadini l’operazione si tradurrebbe in un guadagno più o meno sostanzioso, e per molti altri cittadini gli eventuali aumenti del moltiplicatore d’imposta sarebbero più o meno compensati dalla riduzione delle bollette dell’elettricità. Del resto nel mio ricorso di 30 pagine (che tutti possono leggere sul sito www.ilguastafeste.ch) sostengo che questa nuova “tassa” è incostituzionale, illecita e arbitraria, per cui se il Tribunale federale dovesse darmi torto i Comuni non avrebbero niente da temere, ma se dovesse darmi ragione non vedo proprio cosa si potrebbe rimproverare al sottoscritto per aver impedito ai Comuni di incassare fior di milioni togliendoli illecitamente dalle tasche dei cittadini. E poi non dimentichiamo che il ruolo e direi quasi la “missione” del Guastafeste – come il nome stesso ben fa capire e come la mia attività politica degli ultimi 14 anni è lì a dimostrare – non è quello di difendere gli interessi dei Comuni (che hanno già molti santi protettori in Paradiso e in Gran Consiglio, fra cui lo stesso Celio presidente dell’Associazione dei Comuni e delle Regioni di montagna ticinesi) ma quello di difendere gli interessi e i diritti dei cittadini contro lo strapotere e l’arroganza dei partiti, dei Comuni e delle loro potenti lobbies.
Troppo potere cantonale comunale e le grande aziende e i cittadini con una scusa o altro Devono arricchire i grandi già ricchi.
RispondiEliminaLe formiche.