le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

sabato 1 maggio 2010

SIAMO SICURI CHE ALP TRANSIT NON CENTRI?

Spara oggi spara domani qualche cosa dovrà succedere.

Il terremoto forse provocato da una grossa frana
È l'ipotesi di Silvio Seno, direttore dell'Istituto cantonale di scienze della terra
Foto CdT Nicola Demaldi
Testimonianze e orari continuano a divergere. C’è chi ha sentito soltanto un boato nella notte e chi ha sentito anche la terra tremare. C’è chi il fenomeno lo situa attorno alle 3 e mezza di ieri notte e chi attorno alle 5 e mezza.

Di sicuro si sa soltanto che tra il Bellinzonese e la Leventina la terra ha tremato. I sismografi della rete nazionale hanno registrato una scossa di 2 gradi e mezzo e di magnitudo alle 3,48. Un terremoto, dunque? Sì, ma di entità molto lieve, al limite del percepibile. Nettamente percepibile è stato invece il boato.

Ma la domanda è: un terremoto di così bassa potenza può produrre un boato che sveglia la gente nel cuore della notte? “Non è un fenomeno normale”, dice Silvio Seno, direttore dell’Istituto cantonale di scienze della terra. Cioè, spiega Seno, un boato è spiegabile soltanto con una frattura nel terreno, e una scossa di magnitudo 2,5 non può provocare fratture sotterranee. Fratture che si producono solo a partire da scosse superiori a 6 gradi.

Appurato che nei cantieri Alptransit non sono stati effettuati brillamenti notturni di esplosivo, l’ipotesi più probabile è quella di una grossa frana staccatasi dalla montagna in una zona poco accessibile.

“È solo un’ipotesi – precisa Silvio Seno -. Ma potrebbe spiegare la coincidenza tra la scossa e il forte rumore udito dalla gente”.

Se si è trattato di una grossa frana, presto lo sapremo. E l’ipotesi potrebbe anche spiegare la divergenza di orari, nel senso che la frana potrebbe essere stata seguita nelle due ore successive, da altre cadute di massi.

Tornando indietro nei secoli, l’enorme frana che si staccò dal monte Crenone nel 1513 formando tra Biasca e Malvaglia quel cumulo di detriti chiamato “Buzza di Biasca”, provocò una scossa tellurica registrata dal sismografo di Milano.

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