I vagoni cisterna sbucano dalla galleria del San Gottardo, passano per le stazioni di Biasca e Bellinzona. Poi si dividono. Seicentomila tonnellate imboccano la rampa del Ceneri, attraversano Lugano, scavalcano il Ceresio sul ponte diga di Melide, transitano per Mendrisio e si fermano a Chiasso. I restanti 1,9 milioni proseguono dritti, infilandosi sul binario unico che, passando per il Gambarogno, li porterà a Luino e poi negli snodi di trasbordo italiani, dove le merci vengono caricate su autocarri. In totale due milioni e mezzo di tonnellate, un quarto delle merci pericolose trasportate in Svizzera, attraversa ogni anno il Ticino. Da nord a sud e viceversa.
Sono vagoni simili, almeno nell’aspetto, a quello che l’altro ieri ha causato il tragico incidente di Viareggio. «Mapiù sicuri»,spiegano dalle Ffs. Tanto per cominciare vi sono installati rilevatori antideragliamento e la loro struttura è rinforzata per scongiurare perdite anche in caso di incidenti. Ma soprattutto sulla tratta sono posizionati rilevatori in grado di fermare quei treni le cui carrozze hanno assi surriscaldati. In Ticino ne sono stati installati dieci. Si trovano a Rodi-Fiesso, Giornico, Claro, Cadenazzo e Mezzovico. Vegliano su entrambe le direzioni di marcia, assicurando che nessun treno con i freni bloccati o con assi roventi possa transitare attraverso la galleria del Gottardo, sulle rampe del Piottino e della Biaschina, nel bel mezzo di Bellinzona e Lugano e nemmeno nel Gambarogno. «IlTicino è ben coperto e altri apparecchi stanno per essere installati»,fa notare il portavoce delle Ferrovie federali svizzereJean-Louis Scherz.D’altronde, aggiunge, non c’è da stupirsi visto che quello che attraversa il nostro Cantone «èun asse di transito importante».
Vagoni blindati e binari controllati non fugano però tutti i dubbi sulla sicurezza. Tanto che il granconsigliere PpdArmando Boneffmartedì sera ha inoltrato un’interrogazione al Consiglio di Stato per sapere se per il Ticino esiste un elenco delle località a rischio in caso d’incidente ferroviario. Insomma, una cartina simile a quelle pubblicate nel 2002 e nel 2007 dall’Ufficio federale dei trasporti che, allora, aveva individuato 34 chilometri di linea ferroviaria dove il rischio era ritenuto “non accettabile”. Nel 2002 alcuni chilometri si trovavano pure in Ticino ma i problemi sono stati risolti visto che nella mappa 2007 il nostro Cantone risulta esente da rischi immediati. Restano quelli più “latenti”, concentrati laddove vi è maggiore presenza di attività umana attorno ai binari – in particolare nelle stazioni di Bellinzona, Lugano e Chiasso – nonché nelle gallerie e in altri luoghi difficilmente accessibili ai soccorsi. Questo perché – spiegano dall’Ufficio cantonale delle industrie, della sicurezza e della protezione del suolo, autorità competente per gli interventi in caso d’incidente – per valutare la pericolosità di una tratta non si tiene conto solo del quantitativo di merci in transito, ma anche dai possibili danni che un incidente causerebbe, sia alle persone, sia all’ambiente. Prevenzione e preparazione vanno di pari passo: «Citeniamo costantemente in allenamento per essere pronti a intervenire»spiegano dall’ufficio cantonale. E sicuramente l’incidente di Viareggio darà nuovi spunti su cui riflettere.regione
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