domenica 31 maggio 2009
Addio vecchio Delfino
Assiema al Fortuna, hanno segnato gli ultimi 50 anni di navigazione sul bacino Svizzero.
Tra l'ignavia e la sbadataggine
Duecento persone hanno partecipato a una cerimonia in ricordo di Massimo Pini, consigliere nazionale, europarlamentare, presidente del gran consiglio, personaggio di spicco della vita cantonale. In sua memoria è stata ristrutturata e inaugurata una cappelletta (in effetti una nicchia nel muro esterno del cimitero di Gerra Gambarogno). ***
Notate due clamorose assenze: la dirigenza cantonale del partito liberale-radicale, eppure Massimo Pini fu il procacciatore di voti del partitone. La manifestazione non è stata segnalata dai servizi d'attualità della Rsi, mentre ne hanno parlato i giornali.
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Abbiamo sovrabbondanza di reti televisivi e canali radiofonici ma scarsa memoria collettiva e poco rispetto per gli antenati. Eppure si tratta di radiotelevisione pubblica, al servizio della comunità. La Rsi è l'espressione di un paese generoso a parole e irriconoscente nei fatti.
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Quando morì Felice Antonio Vitali, il primo direttore di Radia Monteceneri, i giovani redattor L non sapevano chi fosse. L'annuncio della scomparsa di Enzo Regusci, pioniere della Tsi, fu dato due giorni dopo per ignavia o sbadataggine.
Sanno tutto di Obama, della Cina, delle marachelle di Berlusconi, dei personaggi del rock, ma del paese sanno poco, addirittura lo snobbano con sussiegosa pigrizia.
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Massimo Pini ha iniziato la carriera professionale alla Tsi, quale collaboratore redazionale dell'ufficio di corrispondenza di Ginevra. Deputato e presidente del parlamento cantonale fu tra i promotori della televisione della Svizzera italiana.
A Berna, in consiglio nazionale e con la deputazione ticinese, difese il federalismo e la suddivisione in chiave politica delle risorse finanziarie. *#*
Fu "avvocato d'ufficio" e personaggio di spicco della Tsi. Faceva audience, bucava lo schermo, magari con qualche sceneggiata, ma la politica è anche spettacolo e i politici attori.
Fece conoscere il consiglio d'Europa e la politica europea a un pubblico che si compiace di guardarsi l'ombelico.
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Qualcuno lo derideva o non lo prendeva sul serio. Lo chiamava "eurolapa", ma padroneggiava l'oratoria, e con la voce baritonale, la postura e la mimica si faceva ascoltare. Tutti gli volevano bene, poiché non viveva della politica ma di politica, pere dirla con il filosofo MaxWeber.
Lui si definiva "reduce della generazione del potere". Non un potentato ma un politico di territorio, interprete di valori politici che s'ispirano allo spirito di servizio e ali' idealismo. Valori che sono andati persi. ***
Era "un vero liberale", uno degli ultimi radicali, credente, legato a quella nicchia sacra edificata dai suoi antenati.
Un tempo i sentimenti religiosi si manifestavano con gli ex-voto, le donazioni al patrono, l'abbellimento della chiesa o la costruzione di luoghi riservati alla preghiera.
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II recupero della cappelletta e l'omaggio a Massimo Pini meritavano una notizia e magari un reportage. La radiotelevisione non può limitarsi ad autocele-brarsi con i propri ricordi.
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venerdì 29 maggio 2009
RiGerra:Bagno spiaggia di serie A e serie B
Uno di serie A,riservato per Vip e alta società del paese, con tanto di Chiosco ultra moderno.
l'altro, che a dire il vero é quello ufficiale,é riservato per turisti di 3°o 4° categoria
senza troppe pretese.
Come si vede nelle foto ,il praticello abbastanza ben tenuto ,non fa una grinza .
Una volta c'era anche il cesso oggi non so,ma questo poco importa.
Il problema sorge quando,si vuole scendere le scale. Una siepe,che intralcia la rampa delle scale,non permette l'accesso al bagno.
A noi poco importa ,le dispute di chi deve e come deve essere tagliata.
A noi importa che lo si faccia .
Il cartello che indica il bagno pubblico, se ne sta li da 30 anni e oltre ,avrebbe bisogno di un bel lifting.Cosi Intanto che si incrociano ,chi porta l'immondizia con chi aspetta il Bus ,si legge tranquillamente il cartello "Bagno pubblico"
giovedì 28 maggio 2009
Aggregazione coattiva: Muggio perde, Luigi Pedrazzini vince
é solo questione di tempo..............
COMUNICATO STAMPA
DI – Muggio, sentenza Tribunale federale
La Cancelleria del Tribunale federale ha trasmesso oggi alle parti interessate il
dispositivo della sua sentenza concernente il ricorso del Comune di Muggio contro il
progetto di aggregazione dei Comuni della sponda sinistra della Valle di Muggio. Il
ricorso è stato respinto in quanto ricevibile dalla massima Istanza giudiziaria della
Confederazione, così che ora si potrà procedere al processo di fusione secondo quanto
aveva deciso a suo tempo il Parlamento cantonale.
Come si ricorderà, l’idea di creare un nuovo Comune chiamato Breggia, è nata dal
desiderio di aggregare i Comuni di Bruzella, Cabbio, Caneggio, Morbio superiore,
Muggio e Sagno. Il rapporto del Consiglio di Stato alla cittadinanza interessata risale al
marzo del 2007, e nel mese di aprile immediatamente successivo si era svolta la
votazione popolare consultiva. L’unico risultato negativo è stato espresso in
quell’occasione dalla maggioranza dei cittadini di Muggio. Nel mese di giugno del 2007 il
Consiglio di Stato ha poi presentato al Gran Consiglio il suo messaggio relativo a questa
nuova fusione fra Comuni, e il Parlamento nel mese di ottobre aveva deciso di
approvarlo, decidendo così l’aggregazione coatta di Muggio. Questo comune aveva però
impugnato nel gennaio 2008, presso il Tribunale federale, la scelta del Gran Consiglio:
un atto che ha di fatto bloccato per ben oltre un anno qualsiasi discorso continuativo del
progetto in corso. Ora tale “nodo” è stato sciolto, e i competenti Uffici del DI potranno
organizzare le elezioni per dar vita al nuovo auspicato Comune di Breggia.
Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Luigi Pedrazzini ha preso atto con
soddisfazione della decisione del Tribunale federale. Certo, adesso si devono attendere
le precise motivazioni della sentenza per poter esprimere un giudizio politico ed
istituzionale più approfondito, ma ciò non toglie che si possa già oggi dire con certezza
che questa scelta (che sembra per altro confermare la prassi del Tribunale in materia di
aggregazioni) mette finalmente termine ad un lungo periodo di oggettivo disagio per le
diverse Amministrazioni comunali coinvolte. Un dato quindi assai positivo, che
consentirà di procedere con celerità sulla via tracciata, nell’interesse delle comunità dei
cittadini interessati e, più in generale, dell’intero Cantone.
La telefonata al Sindaco di Muggio:«Sconfitta, la nostra? Sconfitto è il buonsenso»
Scritto da Redazione
giovedì 28 maggio 2009
Leonello Fontana, sindaco di Muggio: "Abbiamo fatto l'impossibile, mi rimetto a quel che è stato deciso dai giudici del Tribunale federale. Ma un'aggregazione come questa è insulsa. E vi spiego le ragioni".
"Vuole che le dica la verità?".
- Saremmo qui per questo.
"Beh, io non mi sento sconfitto. E non devono sentirsi sconfitti nemmeno i miei concittadini. Al Tribunale federale hanno deciso che Muggio è da aggregarsi con Bruzella, Cabbio, Caneggio, Morbio Superiore e Sagno? Sono un cittadino svizzero, accetto democraticamente il verdetto, cioè mi rimetto alla volontà dei magistrati, che di sicuro sanno quel che fanno. Prima, però...".
- E via, Leonello Fontana. Si spogli per un momento dei panni del sindaco, e parli a ruota libera, la seguiamo.
"Prima, però, voglio leggere il dispositivo con le motivazioni. Capirà, avevamo presentato un ricorso articolato in 57 o 58 pagine, e con l'assistenza di due legali dall'altissima competenza".
- Vuol dire che non ha ancora ricevuto il testo?
"Se fosse per quello, non avrei nemmeno ricevuto la notizia della decisione. L'ho sentita alla radio, poi i giornalisti hanno incominciato a chiamarmi, a qualcuno ho dovuto chiedere un attimo di pazienza per consultarmi. Macché, nemmeno i nostri avvocati avevano due righe in bucalettere. Sul merito della questione, spiacente, potrò essere chiaro solo tra qualche giorno. Anche se due o tre considerazioni ci stanno anche adesso".
- La prima.
"Noi non abbiamo mai detto di essere contrari all'aggregazione. Noi volevamo semmai che ai cittadini di Muggio, ed a quelli dei Comuni circonvicini, venisse offerto un paio di alternative. Che cosa si risolve con questa unione a ciclo forzoso? Nulla. In un discorso "a 12", calcolando ad esempio la sponda destra della valle, non ci sarebbero state obiezioni. A Bellinzona ci considerano in sponda sinistra, ma sanno che il 73 per cento del nostro territorio comunale (e sto parlando di oltre sei chilometri quadrati su otto e mezzo scarsi) sta dall'altra parte del Breggia?".
- Potrebbe trattarsi soltanto di una valutazione tecnica...
"Ed allora questo è il secondo punto. Valutazioni tecniche, dice? Bene: Muggio è convenzionata con Chiasso e/o con Mendrisio per la stragrande maggioranza dei servizi. Con Mendrisio abbiamo piena contiguità territoriale, se vogliamo vederla nel senso fondamentale delle aggregazioni, anche se poi questa norma è stata più volte aggirata. Sarebbe stata una soluzione, e sono certo del fatto che i miei concittadini avrebbero aderito stravolentieri".
- Diceva di un terzo aspetto.
"Ho affermato di accettare democraticamente il verdetto, e confermo. Ma vedo che la democrazia è concetto che viene interpretato secondo le circostanze. Giudico quindi antidemocratica la modalità dell'informazione che è stata data sul responso giunto dal Tribunale federale. Giudico antidemocratica la modalità delle aggregazioni coatte, o coattive come converrebbe il dire. Giudico antidemocratica la scelta stessa di procedere in questo modo, perché così si manda a ramengo quell'istituzione comunale che è storia e valenza realmente condivisa, e ne sappiamo qualcosa proprio noi di Muggio che da millenni abbiamo una relazione privilegiata con quelli di Erbonne, conoscete la vicenda, no? Giudico antidemocratico lo smantellamento di un microcosmo che è fatto di legami, di passioni, di persone. A costo di sembrare brusco, per effetto dell'aggregazione verrà portato via alla comunità di Muggio un bel patrimonio naturale per la cui preservazione e per la cui valorizzazione ci siamo impegnati di tasca nostra, e per ottenere che cosa? Che il moltiplicatore comunale sia piazzato al 95 per cento, quand'invece più che equo sarebbe stato un altro scambio, noi conferiamo l'entità-paese con le frazioni di Scudellate e di Roncapiano e voi ci garantite, come contropartita, un moltiplicatore al 70 per cento, che è quanto verrà applicato nella "Nuova Mendrisio"? Avevamo solo chiesto di essere posti nella condizione di scegliere; ci è stato negato, ho portato avanti l'istanza sino all'ultimo livello possibile. Ed hanno impiegato 17 mesi per rispondere... Meglio che non ci pensi, altrimenti mi va il sangue in acqua".
mercoledì 27 maggio 2009
martedì 26 maggio 2009
Magadino. Fermati due domiciliati autori di furti.
Denunciati 3 datori di lavoro per infrazione alla Legge Stranieri
Nelle scorse settimane, gli agenti della Gendarmeria Territoriale di Magadino hanno identificato ed interrogato un 32enne ed un 29enne domiciliati nella regione che hanno confessato di essere gli autori, in correità tra loro, di un furto con scasso presso una stazione di servizio di Gordola. Il fatto risale alla sera del 24 febbraio: dopo aver effettuato la spaccata di un vetro, gli autori hanno sottratto denaro, sigarette e generi alimentari, per un ammontare di alcune migliaia di franchi.Successivamente è stato appurato che il 32enne ha pure effettuato il furto con scasso presso un esercizio pubblico di Riazzino. Dopo l’effrazione, ha rubato una cassaforte, risultata vuota, e grazie allo scasso di alcuni apparecchi automatici, ha sottratto denaro contante e ha arrecato danni per alcune migliaia di franchi.I due autori verranno denunciati per furto, danneggiamento e violazione di domicilio.
Gli agenti della Gendarmeria Territoriale di Magadino hanno pure effettuato controlli in tre aziende della regione nell’ambito dell’ Operazione Pomodoro”. A seguito di queste verifiche sono stati denunciati per infrazione alla Legge Stranieri tre datori di lavoro, uno dei quali anche per tratta di essere umani, e sette operai.ticinolibero
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Operazione pomodoro : meglio prendersela con tre poveri ,che sotto la stecca del sole si guadagnano ,naturalmente e rigorosamente sfruttati e sotto pagati,che cercare il probblema alla radice .
Solo Nel Luganese ,sono migliaia i turisti del lavoro che entrano tutti i santi giorni della settimana.Certo che bisogna cercarli.In piu il sabato Ce gente che cambia datore di lavoro 5 giorni lavorano per Tizio e 2 per Caio .
RTSI: giornalisti italiani assunti!
Una giornalista appena assunta viene inviata con Il capo cameraman e l'operatore audio , ad intervistare ,un Sindaco di quindicina appena eletto.
Ma hai me ,passato un po di tempo la ragazza si rivolge al cameraman e lo chiama per nome .........
Ho cercato il paese Quindicina ma non lo trovato.Sai dirmi dove si trova
Puoi immaginare la faccia dei due .........
purtroppo questo é il risultato.
Gambarogno :Far West di ringhiere fuori norma e pericolose
Quasi tutte le ringhiere di protezione nel comprensorio Gambarogno sono fuori legge.
La messa in opera di misure antinfortunistiche importanti è tanto più giustificata
se si considera che i bambini sono curiosi per natura: essi vanno alla scoperta
del mondo senza ponderare i pericoli! Sulle scale e negli edifici a più piani sono
necessarie misure architettoniche adeguate affinché i bambini, gli anziani e gli
adulti in generale possano soggiornare e muoversi in tutta sicurezza. Va messo
un freno ai rischi d’infortunio
Quando occorre un parapetto o una ringhiera?
Ogni superficie praticabile a persone per un uso normale
che presenta un rischio di caduta deve essere assicurata
con un elemento di protezione. Da un’altezza di caduta
di 100 cm un elemento di protezione è, di principio, necessario.
Fino a un’altezza di 150 cm la protezione può consistere
anche in provvedimenti che rendono più difficile l’accesso
ai margini delle superfici praticabili, come piante
o altro. Se il rischio di caduta è maggiore (SP 2 e 3), gli elementi
possono essere necessari già da altezze di caduta
inferiori.
Requisiti commisurati alle situazioni di pericolo
I requisiti delle ringhiere e dei parapetti sono definiti conformemente
ad una valutazione del rischio di caduta. I requisiti
previsti dalla norma SIA si basano su un utilizzo
ordinario e un comportamento normale. Per utilizzo ordinario
s’intende tutto ciò che, per esperienza, è possibile in
un determinato impianto. Ad esempio, i bambini incustoditi
sono utenti ordinari non soltanto di scuole dell’infanzia
e di scuole pubbliche, ma anche laddove normalmente sono
sotto sorveglianza, come in ristoranti o esercizi commerciali,
ma dove la sorveglianza permanente non può essere
garantita. Un comportamento normale è inteso in modo
piuttosto restrittivo: la mancanza di responsabilità individuale
e prudenza non è normale. Per contro, è normale che
dei bambini in tenera età agiscano sovente in modo irragionevole
o che persone indebolite possano avere comportamenti
maldestri. Anche le seguenti situazioni di pericolo
(SP) particolari sono tenute in debita considerazione
Base legale: responsabilità
In base a un principio giuridico generale, colui che crea una
situazione di pericolo è tenuto ad approntare le misure di
sicurezza necessarie e ragionevoli per evitare eventuali danni.
In caso di danneggiamento subentra, in particolare, la
responsabilità del proprietario dell’opera: «Il proprietario di
un edificio o di un’altra opera è tenuto a risarcire i danni
cagionati da vizio di costruzione o da difetto di manutenzione.
»[2] Il proprietario deve quindi garantire che stato e
funzione della sua opera non mettano in pericolo niente
e nessuno. Se la costruzione e la funzione non sono sicure,
siamo di fronte a un «vizio della cosa». Le sentenze concernenti
i vizi di cose sono emesse in base alle norme e alle raccomandazioni
SIA quali «regole riconosciute dell’edilizia»
e allo «stato della tecnica».
lunedì 25 maggio 2009
Interpellanza Di Cleto Ferrari: Pascoli danneggiati dalle valanghe. Sono necessari mezzi straordinari per ripristinarli.
Pascoli danneggiati dalle valanghe. Sono necessari mezzi straordinari per ripristinarli.
I grossi quantitativi di neve scesi quest’inverno hanno generato in modo diffuso numerose valanghe che scivolando a valle hanno trascinato incredibili quantitativi d’alberi e materiale sassoso su pascoli alpestri e anche aziendali.
Per talune aziende agricole e alpestri questi pascoli rappresentano superfici indispensabili per assicurare un sufficiente quantitativo di foraggio agli animali da reddito e garantire la continuità.
Recuperare pascoli danneggiati da valanghe è un lavoro molto oneroso e senza aiuti straordinari diventa un’impresa finanziariamente insostenibile per l’azienda.
Con la presente Interpellanza chiediamo al Governo:
Come valuta la situazione?
Sono previsti aiuti finanziari per sostenere chi è messo nella necessità di recuperare i terreni danneggiati?
Riconosce la necessità di stanziare mezzi straordinari affinché l’operazione di recupero sia sostenibile?
Cleto Ferrari, Fabio Badasci, Franco Celio, Nadia Ghisolfi, Marco Marcozzi
domenica 24 maggio 2009
Piazzogna: festa patriziale
S.Nazzaro: é ora di intervenire.
Guardate le foto...............
Troppe ringhiere in tutto il Gambarogno non sono conformi alla legge
LEGISLAZIONE INERENTE L‘APPLICAZIONE DELLA NORMA SIA 358Regolamento di applicazione della Legge edilizia (RLE) (9 dicembre 1992)Norme edilizie generaliEstratto Art.30 Gli edifici, gli impianti e ogni altra opera devono essere progettati e eseguiti secondo le regole dell‘arte, tenendo conto delle prescrizioni tecniche emanate dalle autorità, sussidiariamente da associazioni professionali riconosciute, come la Societàsvizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA), ecc.Codice delle obbligazioni del 30 marzo 1911 (stato 1°aprile 1993)Art.41 Responsabilitàin generale –Requisiti della responsabilitàChiunque ètenuto a riparare il danno illecitamente cagionato ad altri siacon intenzione, sia per negligenza od imprudenza.Parimenti chiunque ètenuto a riparare il danno che cagiona intenzionalmente ad altri con atti contrari ai buoni costumi.Art.58Responsabilitàdel proprietario di un‘opera -Obbligo del risarcimentoIl proprietario di un edificio o di un‘altra opera ètenuto a risarcire i danni cagio-nati da vizio di costruzione o da difetto di manutenzione.Gli èriservato il regresso verso altre persone, che ne sono responsabili in suo confronto.
Principio:
Le ringhiere e i parapetti non devono invogliare ad arrampicarsi.
Applicazione –statica e materiali:
Come ringhiere, parapetti o simili vengono intesi protezioni anticadute di costruzioni sia
pubbliche che private, nonchènelle loro vie d‘accesso.
Ringhiere e parapetti devono essere posati in modo tale da sopportare il carico supposto.
Si sconsigliano materiali poco trasparenti, per non indurre i piccoli ad arrampicarsi per poter vedere oltre.Ringhiere scale e corrimano1.L‘altezza minima dev‘essere di 90 cm. 2. Nessuna apertura maggiore di 12 cm di diametro fino a 75 cm. 3.Evitare elementi scalabili fino a 65 cm. 4.Distanza massima tra spigolo dei gradini e traversa inferiore 5 cm. 5.Per scale con piùdi 5 gradini, prevedere un corrimano alto 90 cm.Ringhiere e parapetti1.A partire da un‘altezza di caduta di 1 m prevedere una protezione anti-cadute. Fino ad 1.5 m può essere costituita anche da piante.2.Ringhiere e parapetti devono avere una altezza minima di 1 m, a partiredal pavimento finito. 3.Spazio massimo tra le traverse 1 cm. Se si usa una griglia metallica, la larghezza delle maglie non deve superare i 4 cm, se si tratta di lamiera forata, le aperture devono essere inferiori o uguali ai 5 cm.4. Altre misure minime da rispettare vedi schema.5.Parapetti pieni larghi almeno 20 cm devono essere alti almeno 90 cm.©Riproduzionegraditacon
San.Naszzaro: Anziana Signora residente al 5 fonti cade dalla ringhiera e soccorsa dalla salva.
Italia si italia no
Il termine di xenofobia l’abbiamo “inventato” noi prima degli italiani. Sulla porta delle case in affitto si leggeva: “Italiener verboten”. Vietati anche i locali pubblici. Fu razzismo perbenista. Li chiamavamo “Gastarbeiter” (lavoratori ospiti) e non Fremden (stranieri).
Come in Italia dove i barconi rimandati in Libia non sono “respinti” bensì “riaccompagnati” al porto d’origine.
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La xenofobia(razzismo) fu una vergogna per la Svizzera della Croce Rossa e dell’Onu.
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I Gastarbeiter erano oggetti misteriosi, fattori congiunturali, braccia, giocatori di morra, frequentatori della stazione ferroviaria, comunisti che rientravano a votare con i treni rossi. Nascosero i bambini negli armadi delle baracche - Erano considerati tubercolotici potenziali, pertanto sottoposti ai raggi Röntgen al Lazzaretto di Chiasso.
Non erano benvoluti pur appartenendo alla componente italiana della confederazione.
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Non c’era ancora “Un’ora per voi”, il programma televisivo d’informazione e intrattenimento realizzato dal Telegiornale centralizzato a Zurigo, ma Radio Beromünster diffondeva “A tu per tu”, realizzata dai giornalisti Camillo Valsangiacomo e dal giornalista Alphons Matt. Lo scopo era di favorire l’integrazione, anzi, l’assimilazione, poiché si pretendeva che rinunciassero alle loro origini , cultura e comportamenti.
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Per contrastare la xenofobia s’impegnò la Migros, con il docente universitario Guido Calgari e il sindacalista Dario Marioli e l’associazione Carcos, assistenza ricreativa e culturale, organizzando conferenze per spiegare che il benessere economico svizzero dipendeva dai Gastarbeiter.
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Fu lanciato il referendum “Mitenand” (insieme) per dimostrare che la Svizzera era terra d’asilo e società multiculturale. Una batosta. La Mitenand fu respinta in nome della patria temendo “l’Ueberfremdung”. Fortunatamente i referendum xenofobi seguenti furono bocciati.
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Alcuni fatti di cronaca smorzarono la xenofobia:
- la brutale uccisione in un bar di Sankt Moritz di Attilio Tonola e su di un marciapiedi di Zurigo di Alfredo Zardini.
- La performance di Toni Dal Cin, simpatico oriundo, ospite di Mäni Weber a “Dopplet oder nüt”(lascia o raddoppia).
- Gli incidenti mortali sul cantiere di Mattmark (88 morti travolti dal ghiacciaio) e nel tunnel di Robiei (15 morti).
-“Lo stivale bianco”, spettacolo canoro itinerante per raccogliere fondi per la ricostruzione di Firenze alluvionata.
Altri eventi scandalizzarono i lettori del Blick:
due giovani italiani furono rimpatriati in cellulare per avere mangiato un cigno e scottato vivo un riccio.
Renato Proni, inviato del settimanale di ABC, con la “mala” tenuta assieme dalla “fisella”, il vestito liso di fustagno e la coppola, fece il viaggio del povero emigrato. Scrivendo “Italiani negri d’Europa”.
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Questa ultima era un’esagerazione, come quelle che si sentono in Italia a proposito degli sbarchi, dei clandestini e della criminalità importata.
Noi svizzeri potremmo chiedere polemicamente agli italiani: “Ci avete accusato d’essere xenofobi… e voi?”
Ma la xenofobia non conosce nazionalità.
2009-05-24
sabato 23 maggio 2009
Vira G. chiude il 2008 in rosso Pesa sui conti la strada al Ronco
II comune di Vira Gambarogno chiude i conti del 2008 in rosso; il disavanzo ammonta a 347 mila franchi. Il risultato è peggiore di quello del 2007 (meno 165 mila franchi) e di quelli degli anni precedenti. Il tema verrà discusso dal Consiglio comunale riunito in seduta lunedì 25 maggio, dalle 20.15.
Il Municipio, nel messaggio che accompagna i conti, spiega le ragioni che hanno portato a un tale deficit. A pesare sulle casse comunali c'è soprattutto la 'strada al Ronco'; per i lavori il Municipio chiederà ai proprietari dei terreni in zona un contributo di miglioria. In un primo tempo si prevedeva di raccogliere parte di questi contributi già nel corso del 2008, ma l'operazione -per questioni burocratiche - è slittata al 2009. L'Esecutivo annovera tra le ragioni del risultato negativo pure le perdite su debitori vari per imposte, il costante aumento dei contributi dovuti al Cantone e il conto restituzione imposte comunali (cifra elevata rispetto ai periodi precedenti). Per quanto riguarda le opere pubbliche, il Municipio ricorda che quest'estate terminerà ì'asfaltatura della nuova strada al Ronco. Nell'elenco figurano anche: la sostituzione della caldaia alla casa comunale, la manutenzione del mappa-le 253 (tennis), il rifacimento della strada Magadino-Vira, il posteggio Fosano e la sistemazione del muro al porto comunale.la regione
Ciak si Gira
Auto per trasporto scimmie
Gerra Gambarogno : le campane del villaggio.
Gerra Gambarogno.
il popolo religioso ,del villaggio sul lago Maggiore, comincia a preoccuparsi .
Ormai da tempo il rintocco delle campane ,non chiama più a raccolta i fedeli .
Preoccupati del fatto ci hanno invitato a chiedere al presidente della parrocchia delucidazioni.
Ma hai me un presidente di solito calmo e pacato ,lo abbiamo sentito lanciare saette e sdegno ,verso i nostri amici penisolani ,che dovrebbero riportare le campane al loro suono primitivo..
Nella speranza che il rintocco delle nostre campane non suonino ad Arcore ,e torni a farsi sentire al più presto sul nostro campanile ,diciamo ai fedeli un po di pazienza !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
venerdì 22 maggio 2009
Un amico e la montagna
un gesto di rara bellezza. Hai mostrato, con semplicità, un aspetto e un lato di Massimo forse a molti sconosciuto.
Io ho dei ricordi legati a Massimo che mi riportano alla montagna, la montagna del Gambarogno che lui tanto ha amato.
Nel suo bel libro "La montagna vissuta" ne ha decantato oltre agli aspetti, la poesia.
Ho colto tra le righe, ma soprattutto nel tuo impegno in quello che hai voluto realizzare, quanta era la stima che tu nutrivi per Lui.
Una stima ed un rispetto disinteressato ad ogni secondo fine; che bello tutto questo!
Io ti voglio "regalare" un paio di aneddoti che ho vissuto e che fanno parte della storia di Massimo.
Io ho conosciuto Massimo soprattutto in montagna. Uno dei ricordi belli fu quando Romolo Nottaris era
da poco ritornato dal tentativo della prima invernale del Makalu (8473 mt) nell'Himalaya del Nepal. Nel tramonto del 14 febbraio 1980 sulla cima del Monte Gambarogno
con loro vissi un lungo momento di silenzio, con lo sguardo rivolto alle montagne e negli orizzonti lontani. Fù il nostro intimo momento per salutare il ritorno di Romolo
dalla sua grande avventura. (Ti allego un autoscatto fotografico, per il tuo archivio, testimone di quella lontana sera.)
La grande guida alpina Gaston Rebuffat, morto a soli 65 anni per malattia nel 1985, pubblicò negli anni '60 il libro;
"Cervino cima esemplare" un libro che negli anni '80 era purtroppo introvabile. Un giorno sul Tamaro dissi a Massimo quanto avrei desiderato avere quel libro
nella mia collezione. Non sapevo e non mi disse che lui lo possedeva......una sera di giugno del 1981 mi invitò a casa sua per un bicchiere del suo merlot
e mi ritrovai il libro di Gaston Rebuffat tra le mani. Quella sera di primavera del 1981 fu per me il giorno di Natale di quell'anno.
Mi commosse la dedica che scrisse, parole che mi hanno indicato la via da seguire.
Massimo Pini mi raccontava spesso del suo amore per il Cervino e dei suoi incontri, di cui ne andava fiero dell'amicizia, con Walter Bonatti; ma parlava tanto della montagna del Gambarogno.
Quelle montagne del Gambarogno che portava nel cuore, come citava nel suo bel libro “La montagna vissuta”.
Della sua montagna, una sera di primavera di diversi anni fa, a Lugano, con mia moglie Teresa ricordammo con commozione, insieme a Walter Bonatti, la semplicità e l’amore delle parole contenute nei suoi racconti.
Ecco, così semplicemente ti regalo qualche aneddoto, un ritaglio di parole, che rievocano alcuni miei ricordi con Massimo e che ho avuto il piacere di scrivere; spero ti faranno piacere nel riceverle.
a presto
ciao manlio d c
Grazie
Per le bellissime parole riservate al nostro Massimo
In molti, ieri pomeriggio, sono saliti o scesi fino a Gerra Gambarogno per la reinaugurazione della cappelletta votiva il cui restauro fu l'ultimo desiderio - fino ad oggi inappagato - di Massimo Pini.
Mille volte ci siamo passati davanti, mille volte l'abbiamo scorta con la coda dell'occhio. Avremo un motivo in più, da ora in poi, per rallentare il passo davanti alla "Madonnina" di Gerra Gambarogno: l'hanno restaurata, e l'hanno restituita alla meravigliosa storia di fede popolare da cui essa nacque, e con questa opera dall'umiltà passionale hanno reso omaggio a Massimo Pini, sciogliendo la sua ultima volontà.
Da dove partiamo? Da Massimo Pini, che fu sindaco di Biasca e consigliere nazionale, e che negli ultimi anni della militanza politica a Berna scelse liberamente, cioè da libertario e da liberale qual era, di uscire dai ranghi del suo partito per formare gruppo con i leghisti e con i demosvizzeri? Scusateci, ma non è giorno questo per riaprire vecchie ferite, non è ancora il momento per dire che troppi voltarono le spalle a colui che era considerato sodale solo nei momenti della buona sorte. Pini, certo, in questa storia c'entra, e tanto. Ebbe amici, l'amicizia non viene dissolta nemmeno dalla fine dell'esistenza terrena; non muore infatti mai chi sa farsi ricordare per il cuore. Ed in alcuni tra quegli amici era rimasta la speranza di portare a compimento un progetto altrui: restituire la cappelletta a nuovo splendore, rinvigorendone i tratti ed aprendone la luce. È stato fatto, ieri la reinaugurazione, in altri tempi si sarebbe detto che eravi grande concorso di folla, e di folla commossa, dal monte e dal piano.
Ed è venuto fuori, in d'ôl dì da l'Ascénsa, qualcosa che non ci si aspetta: brilla per spessore, e per fedeltà all'originale, la qualità del restauro effettuato a titolo del tutto gratuito da Paolo Scherini con l'apporto di Eros Taddei (che ci ha messo anche l'"idea", cioè disse e si disse: "Bisogna dar compimento a quel desiderio"); poi don Nicola Zanini impartisce la benedizione, Dario Robbiani racconta di Massimo Pini con accenti che rendono presente la persona anche a quanti non l'avessero mai conosciuta. Infine Italo Demarchi squarcia il velo su ciò che fu e su ciò che è stato: quell'edicola, realizzata poco dopo il 1930, è testimonianza indotta dell'intero secolo precedente, e chissà di quanti anni prima. Possibile? Non solo possibile: sicuro, e ci si spiega.
Poco dopo la metà dell'800, proprietario dei terreni dal cimitero fino al riale Vallegiòn è Giacomo Balestra, anno di nascita 1832, anno di morte 1903. Terra un po' zerba, un po' gregna ed un po' buona, terra che oggi sta sopra e sotto la Cantonale del Gambarogno, terra da contadini che la prendono e la ravanano e la sarchiano sino all'umido, ad ogni modo. Ci sono vacche, maiali, conigli, galline ed un po' di vigna; c'è, soprattutto, un ricovero per gli animali. Su una parete della stalla, "ab immemorabili", sta l'affresco di una Madonna con il bambinello in braccio, "simbolo della religiosità profonda da cui quella famiglia umile è animata", come spiega Italo Demarchi. Nel momento in cui lascia questo mondo, Giacomo Balestra affida tutto al figlio Massimo e strappa una promessa: l'effigie della Madonna è da tramandarsi. Non facile: la stalla incomincia ad andare in rovina. Massimo Balestra, peraltro, a Gerra torna solo di quando in quando: ha già avuto l'incarico di rappresentare gli interessi consolari del suo Paese in Venezuela, ha commerci e negozi a Milano; con qualche solderello, nel 1913, egli fa avviare i lavori per costruire quella che sarebbe diventata "Villa Miralago" e dove alloggeranno la madre, che è una Gilardi di nome Carolina, ed i figli Walter e Lina, e la moglie Alessandrina Calui. Lina andrà in sposa ad Aleardo Pini, dal loro matrimonio nascerà Massimo, che dunque di Giacomo Balestra è diretto discendente. E se la stalla viene abbattuta per far posto al nuovo edificio, nella testa di Massimo Balestra rimane sempre la promessa fatta al padre: anche per sanare qualche disaccordo - vai a capire il "perché" - intervenuto nel tempo con don Marcellino Scaroni, parroco di Gerra, viene innalzata la cappelletta. Figura dal talento conclamato quella scelta per l'esecuzione dei lavori: Pompeo Maino, pittore affermatissimo, che proprio don Scaroni chiama per risanare l'interno e l'esterno della parrocchiale e che Massimo Balestra mette sotto contratto per dar corso al progetto. Maino, coadiuvato dai fratelli Silvio e Piero Baccaglio da Minusio, darà il meglio di sé.
Così nasce un'opera d'arte, e così rinasce - si prendono sempre a prestito le parole di Italo Demarchi - quasi 80 anni più tardi. Con un evento nell'evento: alla cerimonia di reinaugurazione si presenta anche Giannino Balestra. Balestra, Giannino Balestra, che cosa dice il nome? Beh, è un testimone vivente del momento in cui la "Madonnina" prese forma e diventò parte essenziale del luogo: l'esecutore dell'opera l'aveva preso come modello per l'immagine del bimbo in braccio alla Vergine, "ôl nòster Gesù dal pitôr Màino", come gli ripeteva Massimo Pini ad ogni incontro.
Ben fatto, giustamente fatto.
In memoria di Massimo Pini.Di Dario Robbiani
In occasione dell’inaugurazione della cappella a lui dedicata a Gerra Gambarogno
21 maggio 2009
Nel libro-intervista “Un uomo della generazione perdente”, il giornalista Wertrher Futterlieb, recentemente scomparso, chiede a Massimo Pini quali siano i suoi sentimenti di fronte alla morte. Timore ?Fascino? O indifferenza ?
Risponde :” Dobbiamo preoccuparci così tanto della vita che non abbiamo tempo di pensare alla morte. Certamente la morte non mi è sconosciuta e agita l’incognito. Per me è un mistero affascinante . E`l’ultima esperienza di un sogno chiamato vita”.
“Mi fa paura- aggiunge nella lunga intervista- solo perché penso che vivere è utile e necessario per i miei famigliari e per la mia gente.”
Oggi, siamo qui, nella sua Gerra Gambarogno, che preferiva a Locarno e a Biasca ( di cui fu sindaco, anzi, presidente, recuperando l’antica definizione di repubblica comunale), preferita a Berna, Strassburgo e Bruxelles, poiché a Gerra, aveva le radici , la vigna, la casa con l’archivio, l’alpetto col “buon ritiro”.
Siccome la sua vita si proietta oltre la morte, Massimo è sempre qui, in questa nicchia nel muro esterno del camposanto, nella cappelletta dei suoi antenati.
A sei anni dalla morte, la sua è solo un’assenza fisica. Spiritualmente è rimasto nel cuore e nella memoria di chi l’ha conosciuto, ammirato e benvoluto.
La personalità, i comportamenti umani e l’azione politica di Massimo Pini sono di grande attualità.
Dopo la contestazione, il terrorismo, la crisi economico-fianziaria, il ritorno del malessere, il disamore per la politica e il disimpegno civile, si cercano politici nuovi, animati da idealità, portatori di valori, quali la solidarietà e la generosità, che fanno politica con spirito di servizio, vicini alla gente e al territorio.
Massimo era di questa pasta. Era estraneo al mondo della politica politicante.
Qualcuno rideva delle sue sparate e delle sue iniziative bizzarre, però tutti gli volevano bene.
Non fu un santo o un beato, anche se gli dedichiamo una cappella. . Se non proprio martire fu vittima delle cattiverie e dell’ingratitudine della politica.
“La politica matrigna “ come la chiamava lui.
I suoi amici hanno consegnato alla memoria collettiva la nicchia con la Madonna e il Bambino Gesù . Non è solo un luogo di preghiera, è una lapide, la segnaletica d’una strada o di una via, è un ex-voto come quelli edificati dai nostri migranti, che andavano in giro per il mondo ma mantenevano un legame stretto col paese d’origine.
Questa nicchia dipinta, decorata e benedetta, è il ricordo di un passaggio terreno che ha lasciato il segno.
Nel libro-intervista citato, “Un uomo della generazione perdente”, Werther Futterlieb osserva che Massimo era un buontempone, imitava i colleghi in modo caricaturale, faceva il verso a molti personaggi, sapeva i ridere e di far ridere.
Ma ogni tanto taceva, diventava serio e pensieroso, si estraniava.
Massimo all’intervistatore confessa di sentire la solitudine, di avere l’impressione di essere uno sconfitto, d’avere sbagliato molte cose, di sentirsi fallito.
L’amicizia l’ aiutava a scrollarsi d’addosso la solitudine.
Confessa di credere nell’amicizia, anche se ciò che ha dato agli altri non gli è stato sempre restituito.
Noi siamo qui per dimostrare che l’abbiamo sempre considerato un amico.
Un intellettuale anticonformista, spirito critico, mi ha detto :” Non si poteva non voler bene a Massimo, anche quando sbagliava. E certamente con la politica non si è arricchito”.
Lui- sono parole sue- ammirava le persone semplici e umili. Non si lasciava ingannare dai titoli e dal potere.
Era colui che una volta si chiamava “un vero liberale” , un “politico di popolo”.
A Berna aveva molti estimatori e confidenti , ma i più vicini furono Werther Futterlieb, Gianfranco Cotti (presente a questa cerimonia) e chi vi parla.
Bontà sua, ha scritto :”Più d’una volta mi sono sentito più vicino alle idee di Dario che non a quelle di certi miei colleghi di partito”.
Questi sentimenti e comportamenti sono particolarmente meritevoli in un paese – e cito Massimo “ dove l’emotività e la passionalità sovente i spingono ad ampliare gli errori e le colpe degli avversari politici”.
Bernard Dupont, consigliere nazionale vodese , europarlamentare, prematuramente scomparso, nella prefazione al libro-intervista , ha scritto :” La cortesia e la disponibilità caratterizzano Massimo Pini, un politico diverso. ..Chez lui il n’y a pas de contradiction entre l’être et le paraître… Il sert le peuple et son pays. Il a bésoin d’aimer pour être aimé”.
Ecco perché merita d’essere ricordato, con una cappella che per i re dei Franchi era la nicchia dove si custodivano le cose e i ricordi più preziosi.
Come prezioso è il ricordo di Massimo.
Dario Robbiani
Una cappella in ricordo di Massimo Pini
GERRA GAMBAROGNO Una folla di amici alla benedizione della cappella
Tra la sua gente resta vivo il ricordo di Massimo Pini
Un folto pubblico di gambarognesi e di amici ha partecipato ieri pomeriggio a Gerra all'inaugurazione di una cappella del 1848, rimessa a nuovo e dedicata alla memoria di Massimo Pini, uomo politico ticinese che è ancora nel cuore di tanta gente. La cerimonia, organizzata da Eros Taddei (legato a Massimo Pini sin dai tempi in cui i due erano municipali a Gerra) e dalla vedova GisellaPedimina, è stata introdotta da Italo De Marchi che ha fatto rivivere la storia della famiglia Pini e delle cappella che è di carattere mariano. Poi Dario Robbiani ha ricordato con affetto e intensità
La benedizione
della cappella
impartita da don
Nicola Zanini.
emotiva l'amico scomparso. Sono interventi i suoi ex colleghi del parlamento federale (Gianfranco Cotti e Giorgio Morniroli), i sindaci di Gerra e di S. Nazzaro, Iris Pregano e Bruno Antognini, il vicario generale mons. Emesto Storelli, ilpresidente dell'Ente
turistico, Remo Clerici, il pittore Paolo
Schermi (autore dell'affresco), e
Giannino Balestra che aveva posato
per la figura del Bambino quando la
cappeUaela chiesa parrocchiale erano
state dipinte dai pittori Maino e fratelli
Baccaglio di Mimisio. (T. v.)
giovedì 21 maggio 2009
Ite missa est
Domani verra pubblicato il Discorso di Dario Robbiani .
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le origini della cappella. Grazie a persone anziane di Gerra, sono riuscito a sapere che il Bis Nonno di Massimo Pini, Giacomo Balestra
(nato il 1832 deceduto nel 1903)era proprietario dei terreni sopra e sotto l`attuale strada Cantonale dal Cimitero fino al Riale “Vallegion”.
Sopra di noi aveva una stalla con un paio di mucche, maiali, conigli e galline ed un po` di vigna, una piccola risorsa dove la Famiglia Balestra accudiva, per trarre il che di vivere. Su una parete della stalla brillava la Madonna con in braccio Gesù Bambino,
simbolo della religiosità profonda che animava quella famiglia umile, timorata di Dio alla fine dell` 800.
Quando nel 1903 morì Giacomo Balestra, lasciò al figlio Massimo Balestra tutte le sue proprietà con la promessa di mantenere sempre l`effige della madonna.
Il figlio Massimo (nonno di Massimo Pini) era già un uomo affermato, Console in Venezuela, commerciante ad alto livello a Milano, decise di costruire un`abitazione per la sua madre Carolina nata Gilardi ed ai suoi due figli Walter e Lina poi diventata moglie di Aleardo Pini, ed alla moglie Contessa Alessandrina nata Calui.
Così nel 1913 ebbe inizio i lavori per quello che diventerà Villa “Miralago” fiore all`occhiello delle costruzioni nel Gambarogno .
La stalla con la madonna venne demolita per far posto alla nuova costruzione, ma nella mente di Massimo Balestra resta sempre la promessa fatta a suo padre.
Incomprensioni nascono anche con il parroco “Don Marcellino Scaroni” e Massimo Balestra.
Uomo di grande rettitudine, vuole ovviare a questa situazione scomoda e promette a Don Scaroni di innalzare una cappella in onore della madonna.
Nel 1931 la parrocchia di Gerra, con alla testa Don Scaroni, chiama il Famoso pittore di quei tempi, “MAINO” per rinfrescare i dipinti della chiesa all`interno e ridipingere le pareti all`esterno.
Da persona intelligente, Massimo Balestra non si lascia scappare il pittore Maino che coadiuvato dai fratelli Silvio e Piero Baccaglio di Minusio eseguono la nascita di questa cappella.
Sono passati quasi ott`anni ed il tempo aveva ridotto la cappella in uno stato compassionevole.
Ma grazie all`intrapprendenza di Eros Taddei possiamo dire con fierezza che è stata riportata nella giusta luce artistica , dal pittore artista Paolo Scherini.
Un grazie di cuore a Eros e Paolo che senza nessun aiuto finanziario hanno portato al completo restauro della cappella, che Massimo Pini aveva espresso prima di morire.
Un atto dovuto a Massimo per la forte amicizia che aveva con tutti noi.
Abbiamo qui presente Giannino Balestra preso dal pittore Maino quale modello di Gesù Bambino in braccio alla madonna.
Massimo Pini nell`incontrarlo non mancava di sussurragli : ..Ecco il nostro Gesù Bambino del Pittore Maino…
Pini amava fermarsi davanti alla sua cappella e nel ricordo dei suoi Avi si raccoglieva in preghiera in profondo silenzio. Italo Demarchi
Ringraziamenti a tutti chi con qualsiasi gesto ha aiutato ,la riuscita della festa
Don Nicola Zanini
Dario Robbiani
Ente turistico Gambarogno
Corpo pompieri Gambarogno
Fiori Cavalletti Bellinzona
Proprietari Condominio
Arch. baggio Gianluigi
Balestra Giannino
Balestra Germana e Mario
Carmen Baresi
Pasquale Progano
Taddei Mario
Urech Gerard e
Demarchi Italo
e tutti i presenti
Sei anni dopo, il tributo dei giusti in memoria di Massimo Pini
Qualche amico autentico e sincero, però, Massimo Pini conservò o trovò cammin facendo; e gli amici migliori sono spesso gli ultimi in ordine di tempo anziché i primi. Del personaggio che era antipersonaggio continuano a ricordarsi alcuni che domani, giovedì 21 maggio, reinaugureranno una cappelletta sottoposta a delicatissimo restauro in territorio di Gerra Gambarogno, il luogo del “buen retiro” di Pini, con questo realizzando l’ultimo - e sinora inevaso - desiderio di un tale che era coraggioso al limite dell’incoscienza, e che davanti a Dio si sarà potuto presentare da peccatore, sì, ma in pari con l’umanità.
Semplicissima la cerimonia: alle ore 15.00 la benedizione che verrà impartita da don Nicola Zanini, poi una presentazione della storia di questa cappelletta (c’è sempre un vissuto dietro ai monumenti) per la voce di Italo De Marchi, indi i ringraziamenti all’artista Paolo Scherini ed a quel brillante restauratore che è Eros Taddei. Dario Robbiani cercherà di trovare le parole per dire di Massimo Pini quel che serve: fu umano, nulla di umano considerò alieno da sé, ma ebbe una quieta grandiosità che anche i nemici di un tempo dovrebbero riconoscergli, e non nel segno del comodo (per loro) “Parce sepulto”.la red del Mattino M.S
Un Grazie Particolare a Massimo de Il mattino Online
mercoledì 20 maggio 2009
S.Abbondio :Meglio soli che mal accompagnati.
A ognuno la sua ricchezza .S.Nazzaro di soldi ,S.Abbondio di acqua potabile
Opere idriche a S. Abbondio
L'assemblea comunale di Sant'Abbondio si riunirà domenica prossima 24 maggio alle 10 nella sala comunale per l'esame dei conti consuntivi del Comune e dell'Azienda acqua potabile, nonché per la richiesta di un credito di 2'820'000 franchi per la costruzione del nuovo serbatoio dell'acqua potabile e la posa di una micro centrale per il recupero energetico. All'ordine del giorno anche lo scioglimento del Consorzio depurazione acque del Gambarogno, la costituzione del nuovo consorzio depurazione acque del Verbano e la nomina di un delegato. Qualora l'assemblea andasse deserta per mancanza del quorum la stessa sarà riconvocata per lunedì 4 giugno.
San Nazzaro, Capitale della finanza
San Nazzaro, conti positivi con nuovi contribuenti facoltosi
II Comune di San Nazzaro non teme la recessione. Il consuntivo 2008 chiude con un avanzo d'esercizio di oltre 113 mila franchi e il futuro fa ben sperare. Il Municipio nel messaggio che accompagna i conti - sarà discusso dal Consiglio comunale convocato il 25 maggio alle 20 - ricorda che per l'anno passato era atteso un «disavanzo d'esercizio importante». Invece «si è concluso con un risultato sicuramente 'eccezionale', soprattutto se rapportato al particolare momento congiunturale». L'Esecutivo aggiunge che nel caso di San Nazzaro «la quasi totalità delle entrate fiscali è legata alle persone fìsiche», ciò che dovrebbe mettere al riparo le casse pubbliche da scossoni. Di più; i tassi ipotecar! bassi e l'arrivo nel 2008 di facoltosi contribuenti (altri sono annunciati per il 2009) andranno a tutto vantaggio di una buona solidità finanziaria e del mantenimento di un moltiplicatore d'imposta fra i più bassi della regione (75 per cento).
Nel corso della medesima seduta, il Legislativo dovrà pure votare alcuni crediti. Fra questi: 120 mila franchi da destinare alla manutenzione straordinaria dello stabile amministrativo, delle scuole comunali e dei piazzali esterni limitrofi e 340 mila franchi per la sostituzione della condotta acqua potabile nel tratto chiesa Vairano-Roncaccio.
martedì 19 maggio 2009
C’è Marina Masoni e la Olga Cipà all’Happy Hour Liberale
Anche l’ex Consigliera di Stato tra i numerosi partecipanti all’aperitivo d’IdeaLiberale
Leggi
di Massimiliano Herber
Da IdeaLiberale c'erano anche Giovanna e Marina Masoni (foto Ti-Press)
Il gran ritornoL'aperitivo di IdeaLiberale verrà ricordata per due fatti. La grande affluenza e il ritono, per la prima volta a un appuntamento politico, dell’ex Consigliere di Stato Marina Masoni. L'ex Ministra era accompagnata dalle sorelle Giovanna e Paola e dal padre Franco. Anche lei di IdeaLiberale? Il suo testimone è stato raccolto? “Sono qui come ospite a guardare, sono stata invitata dalla SOLL, società operai liberali luganesi…”,- l’unica risposta. (GUARDA IL VIDEO)Voglia di rinascimentoL’appuntamento era alle 18h30 e le 240 spille con la scritta “IdeaLiberale DETERMINATI” sono finite poco dopo. Passate le 19 a gremire il capannone di Pregassona, lunedì sera, vi erano quasi 400 persone. “Sono commosso, non mi aspettavo di vedere così tante persone”, ha salutato dal palco Edo Bobbià. Al primo appuntamento pubblico dell’ala destra del PLR, i fondatori della cosiddetta Rosa dei venti speravano di raggiungere quota 200 simpatizzanti . “Non è un comizio, ha ricordato Giorgio Giudici, ma un incontro conviviale”, ma dal pulpito , il sindaco ha sottolineato “che IdeaLiberale marca il Rinascimento del Canton Ticino.Chi c’è e chi non c’è“Sono venuto a curiosare”, la risposta di molti simpatizzanti e dei diversi funzionari e dipendenti della Città. Ma all’Happy Hour liberale hanno partecipato numerosi personaggi di spicco del PLR: oltre ai 17 petali della “Rosa dei Venti” vi erano l’ex presidente del distretto PLR del Luganese, Luido Bernasconi, il dottor Tiziano Moccetti, il comandante della Polizia di Lugano Roberto Torrente, la presidente delle Donne Liberali, Olga Cippà, ma anche i gran consiglieri Lorenzo Orsi, Giovanna Viscardi e – anche lui come Masoni invitato dalla SOLL – Jacques Ducry, ma "a ognuno il suo fiore" ci ha detto il deputato radicale.
lunedì 18 maggio 2009
Patriziato Vira Precisa,
l'Ufficio patriziale di Vira Gambarogno ha preso visione dell'articolo pubblicato su "La voce del Gambarogno" riguardo all'assemblea del Patriziato di Gerra Gambarogno e al commento relativo all'adesione all'Azienda forestale regionale.
Ci teniamo a precisare che l'Assemblea patriziale tenutasi il 26 aprile 2009 ha rinviato il messaggio concernente l'adesione e l'acquisto di azioni della costituenda azienda forestale regionale.
Gradiremmo che le informazioni riguardanti il nostro ente fossero verificate nella maniera adeguata prima della pubblicazione per evitare spiacevoli malintesi.
Cordiali saluti.
Per il Patriziato di Vira Gambarogno:
Il segretario:
Stefano Ponti
Precisiamo pure noi. Ci scusiamo ,ma
Noi ci siamo limitati a trascrivere ciò che abbiamo sentito alla riunione.
Si presume che i presidenti dei patriziati siano ben informati.
Purtroppo L'informazione avuta alla precisa domanda ,Era come l'abbiamo scritta .
CONFERENZA STAMPA
DI - “Strade più sicure”: in forma al volante e in sella
Il Dipartimento delle istituzioni informa che, sotto l’egida di “Strade più sicure”, si
svolgeranno nelle prossime settimane due importanti azioni a favore della sicurezza
stradale.
“In forma al volante”: dal 18 al 31 maggio 2009 la Polizia cantonale intensificherà i
propri controlli dell’alcolemia al volante, nell’ambito della campagna di prevenzione
“In forma al volante” che vede cooperare le Polizie cantonali e l’Ufficio prevenzione
infortuni (UPI).
“Superbiker”: il 23 maggio 2009 si svolgerà l'annuale campagna di prevenzione
"Superbiker", azione di sensibilizzazione proposta congiuntamente dai Cantoni di
Uri, Grigioni e Ticino. Per promuovere la sicurezza delle due ruote, l’evento sarà
accompagnato da una serie di misure volte a favorire la sensibilizzazione degli utenti
della strada.
I dettagli delle due importanti azioni saranno presentate nell’ambito di una
conferenza stampa alla quale sono invitati tutti i rappresentanti dei media, che si
terrà:
Mercoledì 20 maggio 2009 alle ore 14.15
a Bellinzona
nella sala stampa di Palazzo delle Orsoline
sabato 16 maggio 2009
Bellinzona, vittoria e salvezzaI granata superano agevolmente il Vaduz e festeggiano
Bellinzona, vittoria e salvezza
I granata superano agevolmente il Vaduz e festeggiano
BELLINZONA - Nessun problema per i granata contro il Vaduz: la squadra di Marco Schällibaum chiude il conto nei primi venti minuti della partita, trovando la via del gol con irrisoria facilità. La firma sulle prime due segnature ce la mette Lustrinelli, ma i meriti vanno equamente divisi tra l'attaccante - che per l'occasione ha ritrovato una maglia da titolare - e alcuni suoi compagni, in primis Ciarrocchi e Sermeter, che gli hanno servito due passaggi d'oro. La freddezza e la lucidità del bomber hanno fatto il resto, fatto sta che al 19' i granata già conducevano per 2-0 e al 23' trovavano anche il terzo gol, dopo aver corso un serio pericolo, sventato da Bucchi. Sull'azione del rilancio la palla correva a Ciarrocchi e da questi a Mehmeti, che non aveva problemi a battere il malcapitato Gunleifson. La partita a questo punto era già finita, col Bellinzona matematicamente certo della permanenza in Super League, il Vaduz definitivamente condannato alla retrocessione diretta. I granata, ai quali bastava un pareggio per garantirsi la salvezza, hanno affrontato l'impegno con molta determinazione e dall'alto di un maggior tasso di classe rispetto all'avversario hanno addomesticato la contesa a loro piacimento. Dal 3-1 di Galbi in poi (su corner, al 25') tutto quello che è successo riguarda solo le... statistiche, ma è certo che con un pizzico di concentrazione in più, il Bellinzona avrebbe potuto portarsi a casa una vittoria dal punteggio tennistico, perché nella ripresa i granata hanno sbagliato almeno quattro o cinque nitide occasioni.
T.B
Gerra Gambarogno:Assemblea patriziale
alla presenza di un discreto numero circa un' entina,si é svolta l'assemble annuale del patriziato di Gerra Gambarogno.Dopo la relazione del ancora Presidente Walter Balestra ,e la lettura dei conti consuntivi votati all'unanimità.
Alla trattanda nuova azienda forestale ,si é optato per l'acquisto di azioni onde procedere all'allestimento di un azienda forestale regionale.
Ma se per la fusione dei comuni ,S.Nazzaro ci ha messo lo zampino ,questa volta pare sia Vira a non volere l'azienda a 8 patriziati.Staremo a vedere.
Comitato e gestione
Locarnese malato quasi terminale : I'mplacabile ritratto della regione fatto da chi ci vive
LOCARNO - Il Locarnese? Un malato quasi terminale. È un ritratto implacabile quello scaturito dalla terza fase dello Studio strategico sull'agglomerato del Verbano promosso dal Cantone. A partecipare sono stati una sessantina di «opinion leaders», attivi nella regione sia in politica sia in altri ambiti. A loro è stato chiesto di esprimere il proprio punto di vista su settori come il turismo, l'economia, la politica, la cultura. Ne è uscita una radiografia tutt'altro che incoraggiante, all'insegna della mancanza di coordinamento, dell'eccessivo frazionamento, dell'incapacità di guardare oltre il proprio orizzonte, dell'incapacità di concretizzare, della carenza di veri imprenditori e di statisti intraprendenti. La fine è dunque ormai dietro l'angolo? Non ancora. Nonostante i problemi e le carenze messi in evidenza in occasione dei workshop organizzati da Bellinzona, i partecipanti allo studio si sono detti convinti che le possibili vie per il rilancio esistono, sono molte e ancora percorribili.
b.g.l.
venerdì 15 maggio 2009
Posta:A che servono le firme ,quando il danno é fatto?
La mobilitazione della popolazione per evitare la riduzione del numero di uffici postali è stata ben superiore alle aspettative del sindacato della comunicazione. La sua petizione “No ad un nuovo smantellamento” della rete postale, lanciata il 20 marzo, è stata sottoscritta da oltre centomila persone due settimane prima del previsto, segnala un comunicato odierno del sindacato.
La petizione, che verrà consegnata il 13 giugno alle direzione della Posta a Berna, mira ad impedire la chiusura di 420 uffici postali sottoposti a “riesame” entro il 2011. Essa ha raccolto 101′978 sottoscrizioni in otto settimane, con una mobilitazione analoga in tutte le località e in tutte le regioni linguistiche del paese, scrive il sindacato.
Le firme sono state raccolte sia via internet sia visitando i comuni che devono subire la ristrutturazione. Nel frattempo la Posta ha già chiuso o deciso di chiudere una quarantina di uffici, denuncia il sindacato nella nota odierna. Il successo riscontrato è di buon auspicio nell’eventualità che il Sindacato della comunicazione lanci un’iniziativa popolare per la creazione di una banca postale, i cui utili - assieme al monopolio rimasto sulla spedizione delle lettere fino a 50 grammi - verrebbero impiegati per finanziare il servizio pubblico e arrestare lo smantellamento della rete del gigante giallo. Sul progetto si esprimerà a metà giugno l’assemblea dei delegati.Ticinolibero
la vera storia di chi ha fondato l' USG Ex Basso Gambarogno
Questi tre Signori sono i padroni dello statuto dell'associazione Basso Gambarogno, dunque si hanno messo la nome si presume che siano i fondatori.
Blocco dei pagamenti al cantiere dell'inceneritore
Il Consorzio Termoutilizzatore di Giubiasco ha bloccato i pagamenti ad alcune ditte appaltatrici in attesa che presentino la documentazione sui subappalti
Ora la parola passa al Consorzio Termouzilizzatore, che oggi prende posizione sulle presunte irregolarità dei subappalti e al mancato rispetto delle condizioni salariali emersi all’interno del cantiere dell’inceneritore di Giubiasco. “Il Consorzio - si legge in una nota stampa inviata ai media - ha informato preventivamente l’Azienda cantonale dei rifiuti in merito ai principali subappaltatori e ha loro imposto il rispetto tassativo dei diversi contratti collettivi di lavoro e delle leggi vigenti”. Ma questo non è bastato. Perché “è emersa la difficoltà di alcune ditte fornitrici a consegnare la documentazione richiesta. Il Consorzio Termoutilizzatore ha coerentemente più volte richiamato le ditte morose a farvi fronte”. E così il Consorzio è passato alla linea dura, procedendo al blocco dei pagamenti finché le ditte non forniranno la documentazione completa. Inoltre, sono stati pianificati incontri regolari con l’Associazione interprofessionale di controllo per monitorare la situazione. Poi arriva la precisazione. “In base alle verifiche finora effettuate - si legge nella nota stampa -, le ditte che devono ancora consegnare una documentazione completa rappresentano una quota minima dell’importo globale della parte elettromeccanica. Il Consorzio Termoutilizzatore interverrà in tutti i casi in cui si dovesse riscontrare un mancato rispetto delle regole e riconferma la piena disponibilità a continuare a collaborare con l’Azienda cantonale dei rifiuti, con le autorità preposte al controllo e con i sindacati, in modo da portare a compimento questa importante opera nel pieno rispetto del mandato che ci è stato affidato”. Perentorio il commento del ministro Marco Borradori, che oggi pomeriggio ha incontrato i giornalisti: “Aspettiamo la documentazione che ci è stata promessa, e solo in parte fornita. In qualità di CdA dell'ACR abbiamo già ribadito ieri che siamo delusi. E posso assicurare che non traiamo nessun beneficio da questa situazione. La documentazione delle ditte appaltatrici deve arrivare lunedì”. Poi si vedrà, perché non è detto, ha precisato Borradori, che ci siano irregolarità. Bisognerà quindi pazientemente spulciare tutta la documentazione e poi fare tutte le verifiche del caso. tinews
Agriturismo in Ticino. Molto si è fatto molto ancora si può fare.
Oggi le aziende che praticano agriturismo in Ticino sono di regola aziende di media dimensione che ricercano un forte valore aggiunto al loro prodotto: si vende paesaggio, prodotto, tipicità e cultura creando un margine finanziario a favore dell’azienda medesima. Una possibilità concreta di introiti supplementari per le famiglie contadine anche se l’impegno richiesto non è dei più semplici. Occorre sicuramente grande sintonia in famiglia, una sorta di cortese disponibilità verso l’ospite turista, una miscela di conoscenze che spaziano dall’agricoltura alla ristorazione. La legge in vigore, anche se modificata recentemente non facilita ancora molto l’insediamento o la riconversione di alcune aziende verso l’agriturismo. Vincoli pianificatori, investimenti finanziari considerevoli sono gli ostacoli maggiori da superare per orientarsi verso un mercato in espansione dove la domanda supera ancora l’offerta.
Se immaginiamo che anche per l’agriturismo è obbligatorio, nel caso di vendita di bevande, l’ottenimento della patente d’esercente, ben si comprende la difficoltà di aumentare il numero di aziende interessate.
Dieci anni di agriturismo in Ticino hanno comunque permesso a 72 aziende di partecipare attivamente a questa bella realtà che ancora molto può regalare al turismo ticinese.
Un nuovo sito internet http://www.agriturismo.ch/ che in un solo mese ha raccolto oltre 5 mila visite a testimonianza dell’interesse crescente; la collaborazione attiva con Ticino turismo, la formazione per la ristorazione, il corso di agriturismo organizzato con l’ Unione contadini Ticinesi e la scuola agraria di Mezzana, sono un’altra serie di compiti svolti a sostegno di questa attività.da ticinolibero
filamato alcune riflessioni di Cleto Ferrari
http://www.youtube.com/watch?v=bsPsal5KvT4
COMUNICATO STAMPA ai proprietari di vigneti
COMUNICATO STAMPA
DFE - Lotta obbligatoria al vettore della flavescenza dorata (cicalina Scaphoideus titanus) in alcuni Comuni dei distretti di Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno
La Sezione dell’agricoltura comunica, che dai controlli effettuati nelle zone interessate, sono stati trovati i primi stadi giovanili della cicalina vettore della flavescenza dorata, sia nelle zone precoci, sia in quelle tardive, per cui, prossimamente, bisogna iniziare la lotta contro lo Scaphoideus titanus.
Il primo trattamento deve essere effettuato, tra il 25 maggio e il 1. giugno prossimi, nei Comuni di Chiasso, Balerna, Novazzano, Coldrerio, Genestrerio, Stabio, Ligornetto, Besazio, Arzo, Tremona, Meride, Melano, Rovio, Maroggia, Vico Morcote, Morcote, Grancia, nelle frazioni di Barbengo (Comune di Lugano) e di Agra (Comune di Collina d’Oro), nei Comuni di Magliaso, Agno, Neggio, Pura, Caslano, nella frazione di Madonna del Piano (Comune di Croglio), nei Comuni di Cadempino, Lamone, Cureglia, Vezia, Manno, Gravesano, Bedano, Taverne-Torricella, Ponte Capriasca, Origlio, Comano, Porza, nelle frazioni di Vaglio e Sala Capriasca (Comune di Capriasca), nei Comuni di Monte Carasso, Sementina, Gudo, Cugnasco-Gerra, Lavertezzo Piano, Gordola, Locarno, Ascona, Losone, Tegna, Verscio, Cavigliano, nella frazione di Golino (Comune di Intragna), nel Comune di Intragna, escluse le frazione di Intragna nelle Centovalli.
Il secondo trattamento deve essere effettuato 15 giorni dopo il primo.
Il prodotto da utilizzare per i 2 interventi è l’Applaud (0.075%), regolatore di crescita dell’insetto.
L’Applaud (0.075%) deve essere utilizzato alle dosi di 1.2 kg/ha. Calcolando una densità d’impianto di 4.000 ceppi all’ettaro si ottiene un quantitativo di prodotto di 0.3 g per vite. Per le pergole la dose di prodotto per vite varia dall’ estensione della pergola stessa, ma è di almeno 0.5 g per vite.
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Le applicazioni con Applaud devono essere eseguite trattando tutte le parti verdi della vite, compresi eventuali polloni.
Essendo un prodotto di contatto, l’Applaud deve essere applicato in modo accurato su tutte le parti verdi. Le due pareti fogliari del filare devono quindi essere trattate.
L’Applaud è miscibile con tutti i prodotti utilizzati nella lotta contro la peronospora e l’oidio in commercio.
Solamente grazie ad una lotta coordinata, effettuata al momento giusto in tutti i vigneti dei Comuni sopraindicati, comprese anche viti isolate e pergole di uva americana, si potranno ottenere dei buoni risultati nel contenimento della cicalina Scaphoideus titanus e quindi della flavescenza dorata.
Sulla eventuale necessità di effettuare un terzo trattamento contro gli adulti della cicalina, sarà data informazione nel corso del mese di luglio dopo controlli.
Viti con sintomi sospetti devono essere annunciate al Servizio fitosanitario (tel. 091 814 35 86/85).
L'Us Gambarogno si rinnova e prosegue
II mondo del calcio "minore" (campionato di III divisione) potrà contare anche in futuro sulla presenza dell'Unione Sportiva Gambarogno, le cui sorti sembravano minacciate dalle difficoltà sorte negli ultimi mesi. Lo ha sancito l'assemblea convocata mercoledì sera a Magadino, frequentata da una cinquantina di soci. L'ordine del giorno ha seguito velocemente il suo iter, con il voto unanime su ogni trattanda, sino al capitolo delle nomine statutarie. Il presidente in carica Maurizio Goral, nella sua. dettagliata relazione introduttiva, aveva lasciato intuire che la chiave che avrebbe consentito di proseguire l'attività con l'iscrizione della prima squadra al campionato 2009-2010 era nascosta in quel capitolo e bisognava trovarla. A conclusione del suo commento ha indicato la via da seguire dopo l'esperienza agro-dolce della stagione in corso, caratterizzata da "movimenti" che hanno turbato l'ambiente. «Perproseguire -ha detto testualmente - dobbiamo fissare deipaletti. Se poi si ambisce a restare in questa categoria con un piano per
poter puntare a qualcosa in più, occorre rendere piùefficiente la struttura. I giocatori devono ritornare afare i giocatori, gli allenatori gli allenatori, il comitato il comitato... e via dicendo. Sono pronto anche afarmi da parte, come pure a riprendere il mio postoin comitato, ma a condizione che al mio fianco ci siaun team capace di lavorare in modo autonomo nelsuo specifico settore». Parole molto chiare, le sue,seguite da vari interventi tendenti a puntellare l'edificio in bilico. È poi stata chiesta (e ottenuta) unabreve sospensione dei lavori per riordinare le idee.La pausa si è rivelata benefica e nello spazio di pochi minuti sono emersi i nomi delle persone chehanno accettato la nomina in seno al comitato perla stagione 2009-2010: presidente Maurizio Goral;membri: Cinzia Migotti, Sabrina Rossetto, IrisCattaneo, Davide Polatta, Sascha Favini, MatteoCorsini, Filippo Beltrametti, II Gambarogno prosegue e la paventata fusione con il Fc Contane (incaso di mancanza d'ossigeno... ) non è nemmenostata discussa. D.I.